Ieri il Campidoglio rendeva pubblica e ufficiale la notizia del concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo, al motto di: "Roma torna al centro degli eventi internazionali. Nessun costo per il comune ma vantaggi economici sia per l'occupazione del suolo pubblico sia per il turismo di chi da tutta Europa verrà ad assistere a un evento storico". Naturalmente il richiamo turistico dei Rolling Stones sarà forte anche fuori dall'Italia ma un luogo così delicato come il Circo Massimo, ristrutturato di recente, ci induce a una riflessione sulla base di esperienze precedenti. Valga per tutte il concerto che i Pink Floyd tennero a Venezia nel luglio del 1989. Leggiamo da venezialibera.altervista.org la cronaca di quei giorni:
"La sera del 15 luglio 1989, giorno della festa del Redentore, il gruppo rock dei Pink Floyd tenne un concerto in bacino S. Marco su di un enorme palco galleggiante. La manifestazione, le cui modalità di autorizzazione non sono a tutt'oggi state del tutto chiarite, si tenne nonostante la mancanza di tutti i minimi requisiti in fatto di sicurezza, igiene e pronto soccorso.
Venezia si preparò all'indesiderata manifestazione come ad una guerra, la maggior parte di bar, ristoranti e negozi, una volta appreso che la forza Pubblica non sarebbe stata in grado di garantire la sicurezza per un evento di tale portata, avevano immediatamente chiuso cercando di proteggere le proprie attività con improvvisate barricate.
La città fu invasa da decine di migliaia di giovani che la sconvolsero e la violentarono: il giorno dopo Piazza S. Marco, epicentro del disastro, appariva come una grande discarica, le Procuratie erano state utilizzate come cessi all'aria aperta e le calli e i campielli erano ridotti come delle autentiche cloache. Furono segnalati furti ed episodi di violenza a danno dei cittadini e dei commercianti indifesi e, in Piazza S. Marco, vi furono scene disgustose di gente che si iniettava eroina in mezzo alla folla.
Numerosi giovinastri, dopo aver tentato, invano, di sfondare l'ingresso della Basilica, non esistarono a salire sul tetto delle prigioni vecchie per godersi meglio lo spettacolo. I giorni successivi, le proteste dei cittadini furono feroci, i veneziani, nei giornali, coprirono i politici di insulti per settimane intere, mentre forti critiche venivano un po' da tutta la stampa mondiale".
Naturalmente non è detto che a Roma debba andare così e anzi l'esperienza passata può suggerire modalità organizzative migliori ma forse i problemi anche economico organizzativi della nostra città dovrebbero indurre l'amministrazione capitolina a essere più cauti nell'indicare per i Rolling Stones, un palcoscenico così prezioso e delicato come il Circo Massimo.
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