Diverse le storie di due adolescenti che, seppur per pochi istanti, hanno fatto presupporre, agli investigatori della Polizia di Stato della capitale, di trovarsi di fronte al fenomeno del “Blue Whale”.
Nel primo episodio a dare l’allarme è stato uno dei gestori di telefonia mobile dopo che, un Sms, scritto da un’adolescente ad un numero fatto a caso, annunciava il superamento di tutti i livelli del gioco, indicando così un possibile epilogo fatale. Gli accertamenti informatici, eseguiti a tempo record dalla sala operativa della Questura, hanno permesso di appurare che l’adolescente era regolarmente a scuola ed ignaro di tutto. Subito dopo i poliziotti hanno scoperto che un compagno di classe del presunto giocatore, per scherzare, aveva mandato l’Sms con i riferimenti al “Blue Whale”.
Più drammatica l’altra vicenda: un fanciullo, per attirare l’attenzione, ha fatto intendere ai familiari di essere in una fase avanzata del gioco, mostrando furtivamente una balena disegnata su un braccio. I familiari si sono rivolti al 112 Nue –Numero unico delle emergenze-; ad intervenire nell’immediatezza sono stati i poliziotti del commissariato di zona, coadiuvati fin da subito da personale specializzato in disagio giovanile. Gli agenti, con le cautele del caso, hanno subito verificato che la balena mostrata era solo disegnata con un pennarello rosso e non incisa sulla pelle. Per ulteriori accertamenti clinici il ragazzo, con il consenso dei genitori, è stato portato in un centro specialistico.
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