Roma, Eliseo Off va in scena “Ti porto con me” di Arianna Mattioli

La ricerca affannosa di una via di fuga dalla monomania ciclica ossessiva di un ricordo troppo violento da poter essere scordato

“Ti porto con me”, novità assoluta di Arianna Mattioli con Lucia Lavia, Giulia Galiani e Giovanna Guida dirette da Lorenzo Lavia apre il 2 febbraio la stagione 2018 di Eliseo Off, rassegna che esplora il teatro d’autore contemporaneo nel foyer di II° balconata.

Maria e Anna sono due donne differenti sebbene si presentino con lo stesso vestito. Dividono un letto, una stanza, la loro esistenza l’una con l’altra. Non si sono scelte, qualcuno lo ha fatto per loro. Entrambe hanno commesso delle atrocità con volontà o meno ma senza coscienza.

Entrambe scontano nel limbo di un luogo grigio una pena lunga quanto le giornate che le dividono dall’uscita o dalla morte. Grigio il loro letto, il loro abito, il loro sguardo. Vivono l’oblio di un’esistenza dolorosa e faticosa; nelle loro giornate sempre uguali, combattono contro i ricordi di quella che era la loro vita prima che si conoscessero. Pensano, parlano, cercano, litigano, soffrono e amano.

Tutto questo ciclicamente, sotto lo sguardo vigile e attento di un personaggio che si presenta come volatile, immaginifico, come un’anima nera proiettata (dalle loro teste o da quelle del pubblico?) nell’aria rarefatta di quella stanza senz’aria.

Note di regia

"Ti porto con me" è una messa in spazio dell’anima per poter raccontare la banalità del male, la sostituzione dell’io e dell’impossibilità di poter raggiungere il proprio doppio che ci precede per poterlo fermare e che quando finalmente lo raggiungiamo e lo guardiamo negli occhi siamo costretti a sostituirlo con qualcos’altro per non guardare dentro noi stessi quello che siamo. In una realtà del profondo tre donne compongono un atomo, una realtà composta dagli stessi contrasti del protone dell’elettrone e del neutrone. Tre donne in luoghi paralleli, incomplete/interrotte, vedono la loro realizzazione solamente nell’altra. Lorenzo Lavia

Note dell’autrice

Il 13 maggio 1978 con l’approvazione della Legge Basaglia l’Italia dice addio alla struttura manicomiale abolendo anche i Manicomi Criminali, quelli in cui venivano rinchiuse e costrette le persone che commettevano reati e venivano giudicate incapaci al momento dell’azione delittuosa. Chi non in grado di intendere e di volere a causa di un disagio psichiatrico (patologico o episodico) ma comunque considerato socialmente pericoloso (per sé e per la collettività) viene accolto da allora in centri specializzati. In Italia esiste un posto in provincia di Mantova che è l’OPG di Castiglione delle Stiviere. Ospita anche le mamme assassine. Quelle che non hanno ucciso con dolo. Perché non possedevano l’elemento soggettivo, la coscienza, quando l’hanno fatto. 

È questo posto che ho voluto raccontare: una giornata uguale a tutte le altre dentro ad una stanza del piano terra dell’OPG. L’umanità che lo abita si identifica con un numero di procedimento, un fascicolo, un’ordinanza, una sentenza, una terapia. Ha i giorni contati ed intravede in lontananza il momento dell’uscita, del ritorno alla vita. A quale vita? La circolarità di giornate senza principio e senza fine, scandite dalle ore di luce e buio di una luce al neon senza interruttore.

La ricerca affannosa di una via di fuga dalla monomania ciclico ossessiva di un ricordo troppo violento da poter essere scordato. Tatuato, indelebile, marchiato a fuoco nel cuore, nello stomaco ed in quel che resta del cervello. Sospendendo il giudizio morale sull’esistenza del male e sulla sua atrocità pur quando inconsapevole, osserviamo dal buco della serratura la declinazione della disperazione e proviamo a ricostruirne una – seppur soggettiva – genesi.

Ci sono solo i loro ed i nostri occhi di fronte ad uno dei lati dell’essere umano. Poliedrico, infinitamente grande, affascinante, diabolico, terribilmente vicino, assolutamente lontano. I nostri occhi che hanno l’aspetto – anche loro – di donna. Come nella tradizione classica, tra due eroine si inserisce il coro. Il coro ha le sembianze di Una donna. Una donna con Anna e Maria. Tre donne. Una stanza. La loro giornata. Arianna Mattioli

Durata: 1h e 30 minuti atto unico

Eliseo Off – Foyer II balconata

Dal 2 al 26 febbraio 2018

Spettacoli dal venerdì al lunedì

venerdì e sabato ore 22.30 – domenica e lunedì 20.00

Via Nazionale 183 – 00184 Roma

UFFICIO STAMPA TEATRO ELISEO                           UFFICIO STAMPA COMPAGNIA

Maria Letizia Maffei                                                      Viola Sbragia

Antonella Mucciaccio

Lascia un commento