Roma. Femminicidio fisioterapista, l’omicida in una telefonata dopo il delitto: “spero di averla presa bene”
“Non possiamo più tollerare che le donne siano vittime di tanta violenza. È necessaria una risposta forte e immediata da parte delle istituzioni”
Un ennesimo atto di femminicidio ha scosso la Capitale italiana. Lo scorso 4 luglio, Gianluca Molinaro ha brutalmente ucciso la sua ex compagna, Manuela Petrangeli, a colpi di fucile in strada. Manuela, fisioterapista presso la casa di cura Villa Sandra di Roma, è stata assassinata in via Degli Orseolo, in un episodio di violenza che ha lasciato la città sconvolta.
L’agghiacciante confessione
Le indagini condotte dalla Procura di Roma hanno rivelato dettagli agghiaccianti. In una telefonata fatta poco dopo l’omicidio, Molinaro ha affermato: “Spero di averla presa bene: ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti”. Questa frase, riportata nell’ordinanza cautelare emessa dal gip della Capitale, mostra l’estrema crudeltà dell’atto compiuto dall’uomo. Molinaro è accusato di omicidio volontario aggravato e porto abusivo di armi, con gli inquirenti che stanno valutando anche l’ipotesi di premeditazione.
Premeditazione dell’omicidio
Elementi significativi sono emersi nelle primissime fasi delle indagini, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Secondo quanto riportato, Molinaro avrebbe pianificato l’omicidio con attenzione. In un messaggio inviato dal suo cellulare poco prima del delitto, l’assassino scriveva: “Oggi spero di prendere due piccioni con una fava”. Questa frase, insieme alla successiva affermazione “ho sparato due botte”, suggerisce un chiaro intento premeditato di compiere un atto di violenza.
Dinamiche del delitto
La mattina del 4 luglio, Manuela Petrangeli stava tornando a casa quando Molinaro l’ha avvicinata. Testimoni hanno raccontato di aver visto l’uomo estrarre un fucile e sparare a bruciapelo alla sua ex compagna. La scena, descritta come “un’esecuzione”, ha lasciato i presenti sotto shock. Il corpo di Manuela giaceva senza vita sulla strada, circondato dal sangue che, come ha descritto Molinaro, “schizzava da tutte le parti”.
La vita di Manuela
Manuela Petrangeli era una stimata fisioterapista presso la casa di cura Villa Sandra. I colleghi la ricordano come una professionista dedicata e una persona gentile, sempre pronta ad aiutare gli altri. “Era una persona meravigliosa, non meritava una fine così”, ha dichiarato una sua collega. La sua tragica morte ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita di chi la conosceva.
Il profilo di Molinaro
Gianluca Molinaro ha una storia di comportamenti violenti e possessivi. La relazione con Manuela era terminata da alcuni mesi, ma l’uomo non aveva accettato la separazione. Le minacce e le molestie erano diventate parte della quotidianità di Manuela, che aveva più volte cercato protezione senza successo. La tragica fine di questa vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza di un intervento tempestivo ed efficace nelle situazioni di violenza domestica.
Le reazioni
La comunità di Roma è sconvolta. Numerose le manifestazioni di solidarietà e le richieste di giustizia per Manuela. “Non possiamo più tollerare che le donne siano vittime di tanta violenza. È necessaria una risposta forte e immediata da parte delle istituzioni”, ha dichiarato un rappresentante di un’associazione per i diritti delle donne.
Appello alla Giustizia
Il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini ha promesso un’indagine approfondita e rapida per portare Molinaro davanti alla giustizia. “Questo è un crimine efferato che non può restare impunito. Faremo tutto il possibile per garantire che chi ha commesso questo atto brutale paghi per le sue azioni”, ha affermato Cascini.
Il femminicidio di Manuela Petrangeli è l’ennesimo tragico esempio di violenza di genere che affligge il nostro Paese. È imperativo che le istituzioni intensifichino gli sforzi per prevenire tali tragedie e proteggere le vittime di violenza. La memoria di Manuela deve servire da monito per un cambiamento necessario e urgente nella nostra società.