L’agonia della giunta Marino sembra proprio non avere fine. Nata male, sotto la stella di una incomprensibile presunzione, cresciuta peggio, nell’immediata delusione di coloro che le avevano regalato una vittoria schiacciante, infine deformata dai colpi della “Mafia Capitale, ha perso talmente tanti pezzi da indurre tutti, non solo gli oppositori, a pensare che le dimissioni del Sindaco sarebbero state, a pensarci bene, il male minore. Ma può un chirurgo, convinto di essere il migliore sulla terra, accettare l’eutanasia come soluzione? Decisamente no. E allora eccolo lì, a tentare nuove cure, interventi arditi, trapianti fantasiosi. Appena eletto Marino indicò subito il suo punto debole quando disse: “Sono un chirurgo, abituato ad operare in condizioni difficili, in fondo la giunta è un po’ come un’equipe medica e la gestione della città non è diversa da quella di una sala operatoria”.
La dimostrazione plastica della sua mancanza di conoscenza del compito al quale era chiamato: il governo della città. Roma, poi, non è una città qualsiasi, ma la più grande d’Italia per il ruolo che le attribuisce la Costituzione e la più grande d’Europa per dimensione territoriale. Oggi il paziente sta morendo; non solo per i mali endemici che l’affliggono – traffico, sporcizia, burocrazia, maleducazione – ma anche per le cure sbagliate che le vengono somministrate. Servirebbe una Giunta autorevole, capace di rilanciare l’azione di governo. Ma Marino può trovarla? Per questo, come giustamente ammonisce il Premier Renzi, o si riparte o ci si fa da parte. Bisognerebbe innanzitutto riorganizzare la macchina capitolina, che Marino ha voluto lasciare nelle mani di Liborio Iudicello, convincendosi a sostituirlo solo quando il Prefetto in persona ne ha stigmatizzato l’incapacità. Cambiare in corsa è sempre difficile, soprattutto se ogni giorno c’è un problema nuovo: dalla stampa internazionale che lo ridicolizza, al sabotaggio dei conducenti ATAC, dalla sporcizia che arriva fino in Piazza del Campidoglio, alle dimissioni polemiche dei suoi assessori.
All’orizzonte sembra ora profilarsi un altro problema – forse un ennesimo scandalo – quello della gestione costosissima del Canile comunale. Una struttura che molti ritengono faraonica e non a norma, la cui gestione, considerata fallimentare, è affidata da tredici anni alla stessa organizzazione, senza un bando pubblico. Una struttura che costa il triplo dei canili dei privati, selezionati con un bando pubblico, i quali, oltre a essere a norma, offrono un ottimo servizio grazie ai volontari. E non è un caso che l’Assessore al Bilancio Scozzese si sia dimessa criticando proprio i troppi affidamenti senza gara e fuori dal controllo economico. In città si vocifera di un interessamento della Magistratura contabile, che vuole vederci chiaro sui conti e sull’attesa di una gara pubblica che, anche con il sindaco Marino, non arriva mai… Ma potrebbe intervenire, da un momento all’altro, anche la Magistratura ordinaria, che vuole vederci chiaro sul ruolo delle ASL, dei funzionari e sembra valutare l’ipotesi del “voto di scambio” che, attraverso il Canile, si sarebbe instaurato con alcuni politici della Capitale.
Se fosse vero, per il sindaco Marino sarebbe il colpo di grazia, sferrato dall’inadeguatezza di un altro suo assessore che, ironia della sorte, si chiama anch’essa Marino.
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