Roma, furti appartamenti del centro storico: donne scassinavano e uomini le guidavano da casa
Quattro arresti, due uomini e due donne di etnia rom, per associazione a delinquere e ricettazione
Furti nelle case del centro storico a Roma. I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle prime ore del mattino di oggi, 25 marzo, hanno fatto scattare l’operazione “OPEN DOOR”.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma veniva avviata nel mese di Luglio 2020. Essa ha portato ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 4 persone.
Si tratta di due uomini e due donne di nazionalità serba (etnia rom). Sono accusati dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e ricettazione.
L’attività investigativa è scaturita dall’analisi dei numerosi furti in abitazione commessi nel centro storico della Capitale.
Come emerso dai filmati di video sorveglianza, le donne mettevano a segno i furti mediante l’uso di arnesi da scasso e la copertura degli uomini appartenenti alle famiglie. Questi ultimi le coordinavano ed incoraggiavano da casa, pronti ad intervenire in caso di necessità.
Furti nelle case del centro storico: le donne protagoniste assolute
Nel corso delle indagini i i militari hanno individuato i ruoli svolti dagli indagati all’interno dell’associazione criminale, quasi a gestione familiare. Così sono compresi i meccanismi e le singole fasi delle azioni delittuose.
Dai meticolosi sopralluoghi, finalizzati alla comprensione delle abitudini degli ignari proprietari di casa, alla ricerca di itinerari sicuri per sfuggire ad eventuali telecamere di video sorveglianza. Sino alla fase esecutiva vera e propria, con le donne del gruppo protagoniste assolute della scena.
Erano infatti le donne, di giovane età e ben vestite, ad introdursi all’interno delle abitazioni prese di mira. Le depredavano di ogni sorta di monili o preziosi, ma anche di borse griffate e altri generi di valore. Talvolta, scovata la cassaforte all’interno dell’abitazione, non esitavano a contattare gli uomini del gruppo, che intervenivano in supporto per cercare di smurarle.
La merce rubata e rivenduta, soprattutto a Centocelle
La merce veniva poi rivenduta mediante i canali di ricettazione interni al gruppo stesso. In particolare mediante un pregiudicato di etnia rom, ma di nazionalità macedone, con base logistica nel quartiere di Centocelle.
L’attività di indagine ha consentito di attribuire al sodalizio la responsabilità di più furti in abitazione consumati e di uno tentato, perpetrati tra giugno e settembre 2020.
Ha permesso di arrestare 2 persone in flagranza di reato e deferirne 15 in stato di libertà per tentato furto, possesso di arnesi atti allo scasso, ricettazione e riciclaggio.
E inoltre trarre in arresto altre 5 persone, che frequentavano a vario titolo gli indagati, in esecuzione di provvedimenti pendenti dell’A.G. e recuperare beni (monili ed orologi) del valore complessivo di circa 25.000 euro.
Le indagini hanno fatto luce su un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di etnia rom, tutte legate da vincoli di parentela, stanziali nel territorio sud est della Capitale. Ogni mattina, partivano le “batterie” dei cosiddetti “appartamentari” diretti nel centro capitolino.
Una volta perpetrati i furti ad opera delle donne del gruppo, erano gli uomini a recuperarle con veicoli intestati a prestanome. Gli uomini le accompagnavano presso le abitazioni, dove veniva poi stoccata e rivenduta la merce.
Gli agenti hanno rintracciato due destinatari dell’ordinanza sul territorio romano e due in Lombardia, grazie alla collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Desio e del Nucleo Investigativo di Monza. Gli agenti li hanno condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.