Categorie: Cronaca

Roma. Giù le ville dei Casamonica: e che sia solo l’inizio

Finalmente! Viene proprio voglia di dirlo così, con il punto esclamativo. E magari di gridarlo. Perché si è dovuto aspettare tanto, troppo, per arrivare a un intervento di questo tipo, e di questa portata: la demolizione di otto ville dei Casamonica. Sgomberate in simultanea. Con un gigantesco spiegamento di mezzi da parte della Polizia Locale di Roma, che ha dato il via alla maxi operazione alle cinque di questa mattina. E che non si fermerà fino a quando l’abbattimento non sarà completato.

È un segnale potente, rispetto al quale c’è molto da gioire e qualcosa da temere. La gioia è nel vedere che si sono andati a colpire duramente proprio i Casamonica. Ossia quel clan che a Roma è diventato l’emblema della criminalità impunita. O se non proprio impunita, visto che qualche sentenza di condanna c’è stata e alcuni degli affiliati sono finiti in carcere, certo lontanissima dall’essere stroncata in via definitiva. A ogni episodio di cronaca nera che li vede coinvolti, per vicende più o meno gravi ma accomunate dalla massima arroganza, non ci si può non chiedere perché non si riesca a fermarli una volta per tutte. Perché possano continuare non solo a commettere reati su reati (tra cui quello, sommamente ignobile e tuttora non sufficientemente sanzionato dalle norme penali, dell’usura) ma addirittura a dominare il quartiere della Romanina dove si sono insediati e di cui hanno fatto la propria fortezza. Il proprio feudo. La propria zona franca in cui tiranneggiare i residenti.

Casamonica: oggi le ville, da domani il resto

L’altra faccia della gioia odierna è proprio questa: è il timore che per quanto il blitz di oggi sia stato poderoso, dando una pubblica dimostrazione di forza, rimanga un exploit isolato. O comunque non inscritto in una strategia costante.

Da parte delle autorità, non solo cittadine ma anche nazionali, vorremmo sentire che sui Casamonica, e sugli Spada a Ostia, e su ogni altra gang tutt’altro che occulta, è pronta una ‘road map’. Con una serie di atti collegati che equivalgano a una guerra senza soste. Con un percorso di tappe successive, e il più possibile ravvicinate, che riduca loro all’impotenza e che bonifichi la Capitale da questa infezione che è già durata troppo a lungo.  

Redazione

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