La capitale italiana si appresta ad affrontare un nuovo e controverso capitolo nella gestione dei senza fissa dimora e dei pellegrini indigenti in vista del prossimo Giubileo. Il Campidoglio ha annunciato la costruzione di quattro tensostrutture destinate a offrire riparo e servizi, una mossa che ha immediatamente scatenato un ampio dibattito.
Le strutture, ciascuna capace di ospitare 70 persone, sono pensate per alleviare la pressione sulla città, che si prepara a ricevere milioni di fedeli. Attualmente, i clochard di Roma sono stimati essere distribuiti in circa 300 micro-insediamenti e lungo i marciapiedi. Tuttavia, l’accoglienza di questa iniziativa è stata tutt’altro che positiva in certi quartieri.
In particolare, l’Esquilino e Castro Pretorio, quartieri prossimi alla stazione Termini dove è prevista l’installazione di uno dei tendoni, hanno espresso forte opposizione. I residenti temono che l’aggiunta di un’altra struttura di accoglienza possa intensificare il degrado urbano e sociale già presente a causa della numerosa presenza di persone in estrema povertà e con problemi psichici. Durante una riunione con il prefetto, i rappresentanti di questi quartieri hanno descritto la proposta come una “bomba sociale”, evidenziando le difficoltà esistenti nella gestione della Caritas di Colle Oppio.
La tensione è palpabile anche per episodi di violenza recenti, come l’aggressione avvenuta in via Gioberti e gli scontri sotto i portici di via Marsala. Questi eventi alimentano ulteriormente la paura e la resistenza degli abitanti locali verso nuove strutture di accoglienza.
Nonostante le proteste, l’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari, ha sottolineato l’importanza di queste tensostrutture anche per i pellegrini più poveri, che potrebbero non avere risorse sufficienti per un alloggio durante il Giubileo. L’idea è di offrire un’ospitalità inclusiva, che tenga conto delle necessità di tutti i visitatori.
Il dibattito su queste tensostrutture riflette un rilevante problema che Roma e molte altre città affrontano nel bilanciare le necessità di accoglienza e integrazione sociale con la tutela del decoro urbano e della sicurezza. Con il Giubileo alle porte, la situazione richiede dialogo, sensibilità e soluzioni innovative per evitare che le tensioni si trasformino in una crisi ancora più grave.
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