Roma in fiamme. Fauna selvatica decimata, vittime silenziose di cui nessuno parla
“Gli amministratori che si sono succeduti nei decenni avrebbero dovuto mettere in sicurezza il verde della Capitale invece di piangere ogni volta, inutilmente, a posteriori”
I devastanti incendi che hanno colpito Roma negli ultimi mesi, causando danni incalcolabili al patrimonio vegetativo, hanno anche provocato una tragica perdita nella fauna selvatica, spesso dimenticata nelle cronache di questi eventi catastrofici. È l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) a denunciare con forza questa realtà, ponendo l’attenzione sulle vittime silenziose degli incendi: gli animali selvatici che popolavano boschi, sottoboschi e radure, ridotti in cenere dalla furia delle fiamme.
I tre megaincendi di Torre Spaccata (21 agosto), Monte Mario (31 luglio) e Pisana-Casal Lumbroso (11 agosto) hanno evidenziato non solo la fragilità del patrimonio naturale della Capitale, ma anche la vulnerabilità di una fauna che avrebbe dovuto essere protetta. “Gli animali selvatici sono esseri senzienti e patrimonio indisponibile dello Stato, da tutelare nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, come stabilito dalla legge,” sottolinea l’OIPA nel suo comunicato.
L’associazione lamenta come, nonostante i ripetuti allarmi e le denunce da parte dei residenti e delle organizzazioni ambientaliste, le autorità nazionali e locali non abbiano preso misure adeguate per prevenire tali disastri. La mancata manutenzione del territorio e l’incuria generalizzata hanno trasformato vaste aree verdi di Roma in vere e proprie trappole mortali per la fauna selvatica.
“Gli amministratori, nazionali e locali, che si sono succeduti a Roma negli ultimi decenni, avrebbero dovuto mettere in sicurezza il verde della Capitale,” afferma Massimo Comparotto, presidente dell’OIPA. “Dai parchi ai giardini, dalle riserve al greto del Tevere e dell’Aniene, queste zone sono troppo spesso diventate ricettacoli di discariche a cielo aperto e luoghi di degrado.”
L’incendio che ha devastato il Parco di Monte Mario è solo uno degli esempi di questa situazione critica. Secondo l’OIPA, le fiamme sarebbero state alimentate da insediamenti abusivi presenti nell’area, un problema ben noto alle autorità, ma mai risolto. Le criticità presenti in queste zone erano già state segnalate più volte, ma gli interventi preventivi sono sempre stati insufficienti o del tutto assenti.
“A fronte di denunce e allarmi da parte dei residenti, la politica nazionale e locale sembra solo capace di piangere sul latte versato. Inutilmente,” aggiunge Comparotto, evidenziando l’incapacità delle istituzioni di agire con tempestività e efficacia.
L‘OIPA richiama l’attenzione sulla necessità di una gestione più attenta e responsabile del patrimonio verde della città, che non può limitarsi a interventi di emergenza dopo che i danni sono stati fatti.
Il rischio, sottolinea l’associazione, è che senza un cambio di rotta, eventi tragici come quelli di Torre Spaccata, Monte Mario e Pisana-Casal Lumbroso si ripetano, portando con sé ulteriori distruzioni e perdite di vite animali.
In particolare, l’OIPA sottolinea come la fauna selvatica rappresenti un patrimonio prezioso non solo dal punto di vista ecologico, ma anche etico e culturale. “Questi animali sono i morti e i feriti di cui non si parla mai,” denuncia l’organizzazione, invitando la comunità a riflettere sulla gravità della situazione e sulla necessità di adottare misure concrete per evitare ulteriori tragedie.
L’incuria del territorio e la mancanza di politiche di prevenzione efficaci sono, secondo l’OIPA, le cause principali di questa emergenza. Ma non è solo una questione di protezione degli animali: la sicurezza stessa dei cittadini è messa a rischio dall‘assenza di una gestione adeguata delle aree verdi urbane. L’associazione chiede quindi un impegno concreto da parte delle istituzioni, affinché si intervenga in modo strutturale per garantire la tutela del territorio e delle creature che lo abitano.
L’OIPA lancia un appello accorato affinché si intervenga non solo per riparare i danni già causati, ma soprattutto per prevenire ulteriori disastri. La protezione della fauna selvatica non può essere considerata un tema secondario, ma deve diventare una priorità nelle politiche di gestione del territorio, perché solo così sarà possibile evitare che gli incendi continuino a distruggere, non solo il paesaggio, ma anche la vita stessa che lo popola.