Roma, in scena al Teatro Olimpico “Vacanze Rumene”. Intervista a Fabrizio Gaetani
Il punto di forza? “il realismo, il potersi riconoscere in uno dei personaggi o nella situazione che si crea”
Da oggi al Teatro Olimpico di Roma va in scena “Vacanze Rumene” con Fabrizio Gaetani, Mauro Bellisario e Christian Generosi per la regia di Stefano Sarcinelli: con questo spettacolo la commedia teatrale torna a donare il meglio di sé al suo pubblico attraverso questa piccola, ma efficiente e brillante compagnia. Il Quotidiano del Lazio ha intervistato Fabrizio Gaetani, noto attore e cabarettista.
Vacanze rumene vuole rovesciare i luoghi comuni che attraversano la nostra società. Com’è nata l’idea dello spettacolo?
L’idea dello spettacolo è nata circa dieci anni fa, dopo aver visto la locandina di “Vacanze Romane”…. Da lì è partita una riflessione e dal semplice gioco di parole siamo passati insieme a Christian Generosi ad evolvere una storia prendendo dalla realtà e cercando di fotografarla senza prendere posizioni.
Quanto è difficile portare in scena delle tematiche delicate in un momento in cui trionfa il politicamente corretto?
È difficile, Ma non impossibile. La storia è molto semplice due romani si fingono romeni per riprendersi il lavoro al cantiere edile. Diciamo che i temi più toccati sono il lavoro, l’integrazione ed i legami familiari. Ovviamente si ricorre a marcare e caricare alcune situazioni per renderle comiche, ma sempre nel Rispetto delle persone.
Si parla anche di famiglia, di legami persi e ritrovati. Il punto forte della commedia è il suo realismo, tutti possono ci si possono rivedere e ritrovare. Quali altri punti di forza credete ci siano?
Credo che il punto di forza sia proprio il realismo, il potersi riconoscere in uno dei personaggi o nella situazione che si crea.
L’empatia col pubblico credo sia un’alchimia difficile da spiegare, ancora oggi ci chiediamo come mai alcune persona lo abbiano visto più di una volta e a ogni replica troviamo qualcun altro che è tornato a vederlo.
Il teatro con il compito di far ridere e far pensare: qual è la vostra idea in proposito?
Crediamo sia il massimo a cui aspirare nel momento in cui si scrive una commedia.
La risata da sola non basta e la sola riflessione poi si dimentica.
La risata, usata come mezzo su cui appoggiare la riflessione, resta impressa.
Spesso capita di assistere ad uno spettacolo comico e appena finisce non ci ricordiamo nulla, ma nel momento in cui si crea una situazione “empatica” in cui ci siamo riconosciuti la battuta resta e in alcuni casi anche la riflessione che c’è dietro (ma non è detto che ci sia sempre).
Quali saranno le prossime tappe dello spettacolo?
Dopo questa data abbiamo uno Stop dovuto ad altri impegni di lavoro, ma crediamo che lo spettacolo si evolverà in un film…
Anzi forse si sta già evolvendo.
Stay tuned.