Roma-Juventus, partita crocevia per le ambizioni Champions di giallorossi e bianconeri, porta un pareggio che non accontenta la squadra di De Rossi, sempre più sul filo del quinto posto: sarà ancora più decisiva la sfida di Bergamo dopo il ritorno di Europa League.
De Rossi per Roma-Juventus fa i conti con le energie residue a 72 ore dalla brutta sconfitta di Europa League col Bayer Leverkusen, ma quasi solamente nel reparto arretrato. Sono 5 gli elementi cambiati rispetto a tre giorni prima: tutta la difesa a 4, con Llorente e Ndicka centrali, Angelino sulla sinistra e Kristensen sulla fascia destra al posto del criticatissimo Karsdorp, mentre dal centrocampo in su DDR prova Baldanzi al fianco di Dybala a supporto di Lukaku. Il primo quarto d’ora è di marca juventina per aggressività e qualche occasione, come il tiro dal limite di Chiesa di poco fuori (3’) e il rischio corso da Svilar su aggressione di Weah. Su intercetto dalla trequarti arriva anche una buona occasione per Vlahovic che da centro area gira a lato, ma poi la Roma prende le misure e comincia a far fruttare meglio l’intenzione di possesso palla (64% nel solo primo tempo).
I primi pericoli arrivano da sinistra con i cross che trovano di testa Kristensen (parte alta della traversa, 11’) e Lukaku (palla fuori, 13’), ma il vantaggio arriva al quarto d’ora partendo da destra. Sul fondo arriva Baldanzi che serve Dybala: l’argentino da posizione defilatissima anziché calciare serve all’indietro Cristante che va a botta sicura ma il tiro viene respinto al limite dell’area piccola dove Lukaku deposita in rete per gol numero 12 del campionato del belga, 20° in stagione.
Dopo un altro quarto d’ora arriva il pareggio juventino sugli sviluppi da corner. Palla fuori dall’area, riapertura sulla destra per Chiesa che finta il cross col destro mandando a vuoto Pellegrini, sterza e va di sinistro per la testa di Bremer che salta solo e schiaccia il pallone del pareggio. A differenza della partita col Bayer, il gol subito alla mezz’ora non cambia il piano tattico giallorosso, che porta a due punizioni insidiose dai 20 metri non capitalizzate da Dybala.
Il controllo della partita viene meno nel secondo tempo fin dal primo minuto col palo clamoroso di Chiesa, che si libera benissimo in ripartenza e dal limite scaglia un missile che bacia la parte interna del palo lontano alla sinistra di Svilar, passa lungo la linea di porta e termina sul fondo dal lato opposto. La prima metà di ripresa è più bianconera, con una maggiore imprecisione giallorossa nella manovra (senza Dybala in campo) e il tasso nervoso della partita cresciuto a dismisura. Il punto più alto con Weah che rischia il secondo giallo per un intervento su Paredes: Allegri intuisce il pericolo e lo toglie immediatamente per Kostic.
Svilar respinge al meglio in tuffo i tentativi di Chiesa e Rabiot e la Roma torna ad attaccare solo al giro di boa della ripresa con l’occasionissima di Pellegrini: arrivano i cambi di tutto il reparto offensivo (dentro Abraham e Azmoun), Danilo salva sulla linea di porta il tentativo di Kristensen per un forcing che però non sortisce effetto.
A 10’ dalla fine intervento plastico di Svilar su Locatelli, ai -3 ancora provvidenziale di riflesso su Kean. Decisivo anche Szczesny nel recupero due volte su Abraham a dimostrazione di un finale di gara a fiammate da una parte e dall’altra, senza un padrone: la volontà di tenere il comando della partita si è dovuto arrendere minuto dopo minuto alle poche energie rimaste, fisiche e mentali.
L’esperimento più interessante della partita riguarda l’idea di De Rossi di far coesistere Paulo Dybala e Tommaso Baldanzi, inserito al posto di El Shaarawy. I due giocatori più tecnici finora hanno giocato poco assieme ma oggi hanno provato a dialogare scambiandosi spesso la posizione alle spalle di Lukaku con discrete fortune, calpestandosi meno i piedi. In particolare i due sono stati protagonisti nell’azione del gol del vantaggio in un primo tempo in cui hanno potuto spesso collaborare. Con Dybala rimasto negli spogliatoi dopo l’intervallo, Baldanzi aveva l’onere della scintilla tecnica con Pellegrini al suo fianco ma soprattutto con una Roma meno in possesso del pallone. Ne è scaturita una ripresa più di rincorsa, ma il lampo tecnico è arrivato proprio nell’ultima azione dei suoi 68 minuti, sfuggendo via a due avversari e servendo al capitano un’occasione importantissima. In definitiva, un esperimento parzialmente riuscito.
ROMA (4-3-2-1): Svilar; Kristensen, Llorente,Angeliño, Cristante, Paredes, Pellegrini (C) (78’ Bove); Dybala (46’ Zalewski), Baldanzi (68’ Azmoun); Lukaku (68’ Abraham)
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo (C); Weah (60’ Kostic), McKennie, Locatelli, Rabiot, Cambiaso (84’ Alcaraz); Vlahovic (76’ Milik), Chiesa (76’ Kean).
Marcatori: 15’ Lukaku, 31’ Bremer,
Ammoniti: 4’ Weah , 70’ Rabiot , 84’ Abraham
Arbitro: Colombo; Assistenti: Alassio, Preti; Quarto Uomo: Guida, VAR: Di Paolo; AVAR: Dionisi
Recupero: 0’ primo tempo, 5’ secondo tempo
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