Cronaca

Legambiente, report Clima: Roma la città più colpita da eventi avversi

Tra i grandi disagi del cambiamento climatico quelli a destare molte preoccupazioni sono gli eventi estremi registrati in questi ultimi anni. Secondo il rapporto pubblicato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente – in collaborazione con Gruppo Unipol e Enel Foundation dal 2010 fino al 1° novembre del 2021 sono stati registrati nelle città italiane 1.118 eventi estremi sulla mappa del rischio climatico. Un dato che è maggiore del 17,2% rispetto al report precedente.

A subire maggior danni sono stati 602 comuni italiani, 95 in più rispetto al 2020. Maggiori disagi sono stati causati dai 486 allagamenti delle piogge intese. Questi hanno determinato 406 casi di stop alle infrastrutture e 83 casi di arresto delle metropolitane. Minori invece sono le trombe d’aria con 308 casi e l’esondazioni fluviali con 134 casi.

Roma città maggiormente colpita

Tra le città italiane maggiormente colpite c’è Roma. Infatti, soltanto nella capitale si sono registrati 56 eventi estremi solo nell’ultimo anno. Di questi, oltre la metà, ossia 32 casi, erano dovuti a piogge estreme.

Come, infatti, ha dichiarato a Fanpage.it Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio “Roma ha il record nazionale per eventi estremi legati al cambiamento climatico con decine e decine di giornate di allagamenti, interruzioni di servizio del TPL, esondazioni e rischi per le persone. Per la Capitale siamo di fronte a un quadro sempre più complesso che continua ad emergere dal Rapporto Città-clima, aggravato da una evidente intensificazione di eventi estremi nel corso del tempo“.

Con questi numeri, un invito all’intervento è fatto alla nuova amministrazione di Roberto Gualtieri perché da qui devono partire le risposte più concrete e le politiche più risolute per contrastare le emissioni, mitigare le conseguenze della febbre del pianeta e adattare il territorio al clima che cambia. Per mettere in campo tutto ciò bisogna rafforzare la grande rete del verde di Roma dei Parchi urbani e periurbani, fermare il consumo di suolo, curare al meglio il Tevere, l’Aniene e tutto il reticolo fluviale secondario, piantare alberi, incentivare l’uso del mezzo pubblico ripartendo con la cura del ferro, utilizzare le tecniche più moderne e compatibili per deimpermealizzare da lastre di asfalto e cemento aree oggi impermeabili, delocalizzare i tessuti urbani più a rischio“, conclude Sacchi.

Fondi per la gestione dell’emergenze degli eventi avversi

Secondo il report di Legambiente, per la gestione dell’emergenze causate dagli eventi avversi registrati in questi 10 anni, sono stati spesi circa 1,55 miliardi ogni anno.

Il dato da sottolineare, però, è che il nostro paese investe in promozione 1 su 5 sulla prevenzione rispetto alla riparazione dei danni. Dunque, maggior risorse sono nel complesso investite per riparare e sopperire all’emergenze, invece, che cercare di prevenirle.

Le aree di maggiore intervento sono quelle in cui sono avvenute alluvioni, frane e piogge. Tutti eventi in parte prevedibili, per i quali l’investimento di risorse in prevenzione potrebbe attenuare i danni.

In numerose città molti progetti sono dispersi con investimenti oltre i 10mila euro nelle Regioni. Tuttavia, ci sono anche città modello come Torino, Bologna e Ancora che hanno approvato il 9 novembre 2020 il Piano di Resilienza Climatica. Anche Padova non è da meno, che nello scorso 14 giugno il Nuovo Piano d’azione per l’emergenza sostenibile e il clima (Paesc).

Redazione

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