Roma. La Protesta degli studenti della Sapienza, a Villa Mirafiori ammassati nelle aule piccole
“C’è chi viene qui 2 ore prima per accaparrarsi un posto a sedere, e chi segue le lezioni seduto sulle finestre o per terra”
Continua la protesta degli studenti di Villa Mirafiori, l’edificio storico di Via Nomentana a Roma che è anche una delle sedi della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Sapienza. Dopo la protesta di lunedì 10 ottobre, mercoledì 12 ottobre gli studenti hanno organizzato un presidio davanti all’edificio per denunciare le condizioni in cui si svolgono le lezioni: aule piccole e poco funzionali, con studenti costretti a seguire le lezioni seduti a terra o nei corridoi.
Le richieste degli studenti
“Molti studenti non hanno ancora seguito una lezione da seduti dall’inizio dell’anno – spiega all’agenzia Dire Elettra Luna Lucassen, studentessa scienze della formazione e attivista di Cambiare Rotta – c’è chi viene qui due ore prima per accaparrarsi un posto a sedere. C’è chi segue le lezioni seduto sulle finestre o per terra. Vogliamo che questo edificio venga ristrutturato e tutti gli spazi disponibili siano messi a disposizione per noi.
Chiediamo un serio piano di investimenti per questa struttura“. Lunedì gli studenti avevano ottenuto un tavolo di confronto con il direttore del Dipartimento di Filosofia, Piergiorgio Donatelli, che mercoledì ha ricevuto una delegazione di giovani. Secondo il racconto dei ragazzi, Donatelli avrebbe spiegato loro che le questioni sollevate dai giovani non sono di sua competenza.
La rettrice: “va fatta una rivalutazione completa dell’immobile”
Dopo un ulteriore incontro il direttore del dipartimento si è impegnato ad organizzare un incontro con tutti gli studenti e gli altri organi dell’ateneo, tra cui la rettrice Antonella Polimeni. In un’intervista Polimeni ha detto che su Villa Mirafiori va fatta “una rivalutazione completa dell’immobile”. E ha aperto alla possibilità di far seguire le lezioni anche in altri edifici. Gli studenti, intanto, hanno già raccolto più di 700 firme per l’apertura del terzo piano di Villa Mirafiori, chiuso dal 2019 perché dichiarato inagibile.
Per i ragazzi, però, è l’intera struttura di fine ‘800 a non essere considerata sicura. Una situazione già critica, aggravata con lo stop alla didattica a distanza e la ripresa delle lezioni al 100% in presenza. “Per due anni la villa è stata vuota. E non è stato fatto nulla per garantire un rientro in presenza sicuro”, aggiunge la studentessa e attivista. Secondo il racconto dei giovani, l’unico spazio libero a loro disposizione, un’aula autogestita da più di due anni, non gli è stata concessa.
Intervento della Digos a Villa Mirafiori
“Ieri (11 ottobre, ndr) si è presentata la Digos, che ci ha impedito di aprire l’aula – aggiunge Elettra Luna Lucassen – noi chiediamo spazi e l’unica risposta che abbiamo è repressione“. (Red/ Dire)