Roma. “La terra è di chi la coltiva”, esposizione dedicata all’artista dei mosaici Filiberto Sbardella
La mostra è visitabile fino all’8 maggio 2024, presso la Biblioteca Borghesiana, Largo Monreale a Roma
Filiberto Sbardella (Palestrina, 30 ottobre 1909 – Roma, 28 dicembre 1983) artista riconosciuto soprattutto per le sue grandi tempere murali, le opere musive e i progetti e le opere di architettura sociale, nasce come pittore e già a 14 anni entra nello studio del maestro orientalista Gustavo Simoni, e poi di Tito Venturini Papari. Figlio del sarto Angelo Sbardella partendo da Palestrina e viaggiando da Milano a Pesaro, da San Pellegrino Terme a San Remo, da Sofia a Roma e Savona, si accingeva a scoprire ed esprimere se stesso attraverso la pittura, il mosaico, la politica, l’architettura.
Dopo aver vinto a Firenze il Primo premio al concorso di pittura l’acquerello, dal 1929 inizia ad esporre le sue prime mostre, collettive e personali a Roma, San Remo, Pesaro, Savona. Sposa Franca Mocchi (dalla quale ha un figlio, Giovanni) e si trasferisce a Milano.
Partecipa alla VI e VII Triennale di Milano, e alla XX Biennale di Venezia. Realizza importanti opere musive nel Tempio dei Caduti a San Pellegrino Terme e nella Chiesa di Graffignana, si diploma all’Accademia di Brera, e collabora con la Scuola di arazzeria di Esino Lario, costruendo così un’attività frenetica e prolifica; subisce gli influssi di artisti come Sironi, Carrà, Guttuso, Modigliani, riuscendo a creare e mantenere un suo stile personale, apprezzato dal pubblico e dalla critica.
Tuttavia, nel 1943-44 l’attività artistica di Filiberto Sbardella vede una brusca interruzione. Il fratello Mario lo richiama a Roma per aderire alla lotta partigiana e Filiberto, giunto nella Capitale, diviene uno dei comandanti di Bandiera Rossa, famigerato movimento di liberazione nonché la più grande forza partigiana nella Roma occupata.
Negli anni successivi lo vediamo esporre in nuove mostre, una delle quali dedicata ai suoi compagni trucidati alle Fosse Ardeatine, e intitolata “24 marzo 1953”. Ma Filiberto è anche uomo di cultura, fonda e scrive su riviste come Tecnè, Movimento Nuovo e Voce Partigiana, frequenta amici del calibro di Sandro Pertini, Renato Guttuso, Guido Piovene, Maurizio Lanza, Raul Ricciardi, Riccardo Freda, Giò Ponti, Marcello Gallian, Aligi Sassu, Mario Sironi, Piero Fornasetti, Gianpaolo Lazzaro, Carlo Pagani, Carlo Lizzani, Cesare Gatti, Giuseppe De Santis, Mario Nascimbene, Antonio Valente, Bruno Begnotti, con cui spesso collabora anche professionalmente.
Nel 1954 è scenografo per il film “Teodora Imperatrice di Bisanzio“. Alcune opere e documenti dell’artista sono esposte e presenti presso il Museo del 900 di Milano, il Museo Sandro Pertini di Savona, gli archivi dell’Accademia di Brera a Milano, della Triennale di Milano, della Biennale di Venezia, delle Diocesi di Bergamo e Palestrina, delle Università di Pavia, e Tor Vergata di Roma.
L’esposizione ideata e curata da Pasquale B. Cicirelli e Claudio Gatti, avrà luogo presso la Sala Eventi della Biblioteca Borghesiana da mercoledì 3 Aprile a mercoledì 8 Maggio e racconterà la vita e le opere del talentuoso e poliedrico personaggio. La Biblioteca Borghesiana si trova in Largo Monreale a Roma, Municipio IV, zona Borghesiana. La mostra, a ingresso libero, è fruibile dal lunedì al venerdì negli orari di apertura al pubblico della Biblioteca.
Per informazioni 06 45460361 o borghesiana@bibliotechediroma.it