Roma, ladri sempre a piede libero: le falle della legge sulle bande Rom
In vista del Giubileo le bande organizzate di Roma lottano per la spartizione di milioni di turisti da borseggiare, centinaia restano impuniti
Da gennaio i carabinieri di Roma hanno arrestato circa 200 persone, tra appartenenti alle famiglie Rom e Peruviane che si spartiscono i furti nelle stazioni della metro. Quasi tutti tornano in libertà dopo pochi giorni, gli effetti delle maglie larghe della legge Cartabia sono al centro della bufera e il Governo Meloni promette una stretta importante.
Diana, 20 anni da scontare ma libera perché sempre incinta
Diana Hamidovic ha 26 anni, ne dovrebbe scontare 20 dietro le sbarre per un cumulo di condanne per piccoli reati come borseggio e furto nelle gallerie della metropolitana di Roma.
Viene fermata, arrestata in flagranza di reato e processata per direttissima. Patteggia una condanna a due anni e mezzo di carcere ma verrà convertita in obbligo di dimora nella roulotte del campo dove risiede. La donna, è incinta del suo sesto figlio, per lei dunque impossibile aprire i cancelli della detenzione.
Meri Secic, incinta di otto mesi e pestata per un magro bottino
Vittime e carnefici insieme che si mescolano nelle pieghe delle bande criminali organizzate. Il Giubileo in arrivo e la conseguente moltitudine di turisti rappresentano un bottino potenziale così allettante da far surriscaldare gli animi delle bande. I rapinatori e i borseggiatori, ormai in grado di passare nelle maglie della Legge Cartabia, sono in lotta.
E sul campo restano vittime anche tra loro: Meri Secic, croata rom di 39 anni, è incinta di otto mesi. Anche per lei una sequela di condanne per 20 anni di carcere, anche per lei nessuna detenzione. Meri e il figlio che ha in grembo però, restano vittime della barbarie delle famiglie criminali.
Giovedì sera, la donna arriva al Policlinico Umberto I°, dove è ancora in prognosi riservata, dopo essere stata picchiata alla fermata metro della stazione Termini. I medici l’hanno fatta partorire d’urgenza per non correre il rischio che perdesse il bambino, che ora sta bene. Lei dovrà invece essere sottoposta a interventi chirurgici maxillo-facciali.
Voleva smettere
Pare che volesse smettere di rubare e che sia stata picchiata ma secondo le ricostruzioni degli inquirenti la versione più verosimile sarebbe quella di un pestaggio punitivo per la spartizione del territorio. Al momento la collaborazione della vittima è fondamentale per capire chi sono gli aggressori, appartenenti sicuramente ad una delle due famiglie rom al centro delle indagini per risalire ai picchiatori e che risiedono nel maxi campo di Castel Romano, in via Pontina, lo stesso dal quale proviene anche Secic.
Gli accoltellatori dei peruviani
Resta ancora a piede libero l’accoltellatore venezuelano accusato di aver ferito alla fermata metro Spagna un altro borseggiatore peruviano, che ora è ricoverato in ospedale. Anche in quel caso sembra dopo una lite per motivi di occupazione territoriale.
Liberi per la legge Cartabia
Una falla nella legge Cartabia consente a centinaia di criminali di passarla liscia: infatti, gli stessi operatori a non possono procedere poiché la legge impone come obbligatoria la denuncia della vittima per questo genere di reati: nella maggior parte dei casi si tratta di turisti stranieri che non si accorgono nemmeno di essere stati derubati o hanno il volo entro poche ore e preferiscono tornare a casa senza perdere tempo.
Giorgia Meloni: “vogliamo fermare i racket del borseggio”
Intanto, con il Giubileo ormai alle porte e una città in forte difficoltà, la Premier Giorgia Meloni ha annunciato una stretta al fenomeno con un nuovo pacchetto sicurezza al vaglio del Parlamento.
«Continueremo a implementare questo lavoro per fermare il racket del borseggio e proteggere la sicurezza di tutti i cittadini», ha aggiunto il presidente del Consiglio.