Roma, le politiche sociali non vedono gli insediamenti abusivi ma i cittadini sì
Sia la precedente amministrazione capitolina che quella attuale si sono più volte prodigate nello sgombero degli insediamenti abusivi, ma poi tutto è sempre tornato come prima
Sono anni che a Roma si cerca di risolvere o meglio “mettere una pezza”, alla piaga degli insediamenti abusivi che sorgono dal nulla in molti punti della città. Si tratta sempre di interventi definiti “di bonifica” esaltati sui media e sui social e corredati da proclami autocelebrativi. Sono annunciate azioni decisive per il futuro con grande enfasi, che in realtà muoiono nel momento stesso o pochi minuti dopo il loro sbandieramento.
I casi di viale Pretoriano e via Tiburtina sono l’emblema della reale consistenza delle affermazioni di chi si erge a paladino della soluzione geniale. In queste due aree, nel corso degli anni, sono sorti, scomparsi, sorti di nuovo per poi scomparire di nuovo e rinascere subito dopo, enormi accampamenti dove persone di ogni etnia vivono in un degrado inimmaginabile. E le cui reali dimensioni nemmeno un film horror riuscirebbe a riprodurre con la fedeltà necessaria.
Sia la precedente amministrazione che quella attuale si sono più volte “prodigate” nello sgombero delle tendopoli, ma poi tutto è sempre tornato come prima. Il 3 agosto 2023, l’ultimo, inutile, tentativo dell’era Gualtieri che ha seguito quello del febbraio 2023. Tutto vano. Come vana estate la cosiddetta “bonifica” del settembre 2020 in piena amministrazione Raggi.
Oggi la situazione è quella che vedete nelle immagini scattate stamattina in viale Pretoriano, Viale dell’Università e via Tiburtina che testimoniano come la situazione sia addirittura peggiorata.
A dimostrazione che non basta sbandierare cancellate a protezione delle mura Aureliane (patrimonio UNESCO) letteralmente invase di rifiuti e usate come latrina a cielo aperto. Lo aveva annunciato il precedente prefetto di Roma Bruno Frattasi su tutti i giornali locali nel febbraio scorso, subito dopo lo sgombero di viale Pretoriano.
Dagli slogan bisogna passare ai fatti e bisogna farlo subito con serietà. Sia per proteggere in primis i più fragili e dare loro quella dignità che oggi è sommersa e soffocata dal degrado, sia per i cittadini che vivono in quelle zone e chiedono aiuto senza avere risposte. E infine anche per la città eterna, che non merita di essere umiliata dal silenzio e dell’indifferenza di chi dovrebbe proteggerla.
Dott. Luca Laurenti, Biologo