L’addio dato ieri alla maggioranza pentastellata che amministra il Comune di Roma da parte della consigliera Gemma Guerrini costringe Virginia Raggi a tornare in aula a votare i provvedimenti in esame. Un inedito quasi, visto che la sindaca in aula, intenta a premere i bottoni o a dichiarare il suo voto, non si vedeva da tempo. Un’autentica rarità.
Questa è la conseguenza più visibile della situazione nell’Assemblea Capitolina di Roma dove la maggioranza del M5s non ha più una maggioranza numerica certa. I numeri parlano chiaro: la maggioranza, sulla carta, può contare su 24 voti (Raggi compresa), la metà esatta dei consiglieri comunali aventi diritto.
Tra loro ci sono i 5 cosiddetti “dissidenti”, un gruppo di consiglieri non sempre allineati alla sindaca, e anche il presidente Marcello De Vito, protagonista di un blitz contro le indicazioni della Raggi sulla questione degli ambulanti, non più di 10 giorni fa. Altri 24 consiglieri sono iscritti nel fronte delle opposizioni. La maggioranza, in queste condizioni, rischia di finire minoranza.
E’ già capitato diverse volte, ben prima dell’addio dell’ultima ex grillina, Guerrini per l’appunto. Per questo oggi, al momento della chiamata al voto da remoto (l’aula è convocata in modo virtuale a causa del covid con i consiglieri collegati dal Pc di casa) ad un certo punto si è udita la voce della sindaca. Raggi ha espresso voto favorevole al ritorno in aula di una delibera delicatissima, sull’Ama. E poco dopo ha dovuto di nuovo votare contro una seconda richiesta di sospensiva voluta dal Pd.
La delibera di oggi era fondamentale per il futuro di Roma e dell’Ama, l’azienda che si occupa dei rifiuti della Capitale. Contiene, infatti, il piano di risanamento, quello di ristrutturazione, quello industriale, la ricapitalizzazione e l’approvazione dei bilanci 2017, 2018 e 2019 dell’azienda capitolina. Senza la sua approvazione, che ancora non c’è stata (il dibattito procede in aula) Ama va verso il fallimento certo.
La maggioranza, dunque, oggi ha retto, acquisendo anzi un paio di voti sulla prima sospensiva e fermandosi a quota 26. Si è poi ancorata ai 24 voti sulla seconda sospensiva e graziata dalle assenze tra le fila delle opposizioni, che infatti hanno incassato 16 voti. Per ora si va avanti. Pericolo scampato. Ma potrebbe sembrare a molti solo un’illusione ottica dovuta all’eccezionalità del momento.
Sono molte le delibere politicamente divisive da oggi ad ottobre, quando si dovrebbe tornare alle urne per eleggere il nuovo sindaco. Raggi sarà sempre presente in aula per sostenere la maggioranza? Da questo dipende il destino degli ultimi indirizzi politici dell’ammnistrazione M5s romana. (Zap/ Dire)
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