Roma, multe a chi prenota e non va al ristorante. Importi fino a 250 euro
Alcuni ristoranti a Roma stanno prendendo l’abitudine di applicare una penale a coloro che prenotano un tavolo ma poi non si presentano
Si chiama “no – show” ed è il fenomeno del non presentarsi al ristorante dove si è prenotato senza nemmeno avvisare. Arriva la risposta dei ristoratori di Roma a questo comportamento. Schiacciati dal caro bollette, il costo delle materie prime e la scortesia. Alcuni ristoranti a Roma stanno prendendo l’abitudine di applicare una penale a coloro che prenotano un tavolo ma poi non si presentano. All’estero accade da molti anni ma in Italia finora quasi nessuno applicava questa regola.
Al momento della prenotazione viene chiesta una caparra con carta di credito che verrà decurtata dal conto. In caso di mancata presentazione senza avvertire per tempo la somma viene trattenuta come penale.
I ristoranti che lo fanno
Ad esempio, alla Taverna Volpetti, come riportato da La Repubblica, si richiede «il pagamento di una caparra di 10 euro per ogni persona prenotata». Quei soldi comunque verranno poi scalati dal conto a conclusione del pasto oppure, in caso di “no-show”,mantenuti dal locale.
Da Santo Palato la cancellazione è prevista fino a 12h prima, ma per prenotare serve una carta di credito. In caso di ritardo anche solo di 15 minuti o non presentazione il locale si riserva la possibilità di prelevare una penale di 20 euro per ospite.
Stessa cosa per Osteria Fernanda (la penale è di 40 euro) e per Barred che ne può prendere 30 ma solo in caso di tavolo da almeno 6 persone.
Il ristorante di Heinz Beck è rigidissimo: ovviamente carta di credito per prenotare (non consentite quelle prepagate) e in caso di disdette, mancata presenza o modifiche sul numero dei commensali la penale è di 250 euro a persona
La misura a tutela dell’imprenditore
È una misura pensata dai ristoratori a tutela della loro attività imprenditoriale che comprende: l’impegno di cuochi, la spesa di materie prime, l’utilizzo di gas ed energia elettrica e l’impossibilità di accogliere altri clienti.
Una tendenza sempre più dilagante, insomma, ma che per ora è riservata solo ai ristoranti di fascia alta.