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Roma, mutilazioni genitali femminili delle minori straniere: l’impegno del Comune

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) rappresentano una grave violazione dei diritti umani e un attacco alla salute fisica e mentale delle donne e delle ragazze. Una pratica tradizionale che ha radici culturali in alcune aree del mondo, ma che continua a verificarsi anche in Italia, soprattutto tra le comunità straniere. Roma Capitale ha da tempo intrapreso un impegno concreto per prevenire e contrastare questa piaga, avviando azioni concrete di sensibilizzazione, formazione e assistenza, con un focus particolare sulle minori straniere.
Recentemente, il Comune di Roma ha organizzato una giornata di formazione per operatori sociali, dedicata alla sensibilizzazione e alla gestione competente e culturalmente sensibile delle MGF. Questa iniziativa fa parte di una strategia più ampia, che include la creazione di una rete territoriale di prevenzione e contrasto, nata ufficialmente nell’aprile 2023 grazie alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Roma Capitale e vari enti e associazioni coinvolti. L’obiettivo è rafforzare la rete di supporto sociale e sanitario, per garantire che ogni donna e minore vittima di mutilazione riceva il supporto adeguato, rispettando nel contempo le differenze culturali.
Durante l’incontro di formazione, l’Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, Barbara Funari, ha sottolineato l’importanza di un impegno comune per garantire il diritto alla salute delle donne e delle minori, sottolineando che in Italia sono circa 87.600 le donne che hanno subito questa pratica, di cui ben 7.600 minori. Numeri che rendono urgente l’implementazione di politiche di assistenza e prevenzione mirate, capaci di rispondere in modo efficace alle esigenze delle vittime e di proteggere le più giovani.
A Roma, le mutilazioni genitali femminili sono un fenomeno piuttosto diffuso. Il Centro SaMiFo (Salute Migranti Forzati) è una struttura sanitaria a valenza regionale per l’assistenza e la cura di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Il Centro, unico nel Lazio, nel 2023 ha visitato circa 100 giovani donne che avevano subito mutilazioni genitali femminili nella Capitale.
Un altro aspetto centrale del progetto è la formazione degli operatori sociali, che sono in prima linea nel riconoscere e affrontare le situazioni di rischio. Questi professionisti sono infatti fondamentali per creare una rete di supporto solida, che coinvolge anche istituzioni, scuole e strutture sanitarie. La collaborazione con realtà come Amref Italia, ActionAid Italia, e le testimonianze di esperti giuridici e mediatori culturali, ha permesso di rafforzare il messaggio che la lotta contro le MGF è una responsabilità collettiva, che deve coinvolgere tutti i settori della società.
Particolarmente rilevante è stato l’intervento di Safia Moalin, mediatrice culturale presso lo Sportello Unico Accoglienza Migranti di Roma Capitale, che ha ricordato l‘importanza di un approccio transculturale nell’ascolto e nel supporto alle donne e minori, affinché possano ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno senza sentirsi giudicate o emarginate.
Infine, un aspetto importante emerso durante la giornata di formazione è stato il coinvolgimento attivo dei giovani, in particolare del movimento Youth Action Roma, che si stanno impegnando per sensibilizzare e diffondere la consapevolezza su questo tema. L’obiettivo è che la società tutta riconosca le mutilazioni genitali femminili come una grave violazione dei diritti umani e promuova l’educazione, la prevenzione e la protezione delle minori.
Roma Capitale sta quindi facendo un passo importante verso una società più inclusiva e consapevole, dove le mutilazioni genitali femminili non hanno spazio. Tuttavia, è necessario che l’impegno continui, rafforzando le azioni di prevenzione, sensibilizzazione e sostegno alle vittime, affinché ogni ragazza e donna possa crescere in un ambiente libero da violenze e discriminazioni.
*Foto dal sito comune.roma.it
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