Roma, “Nino!” Omaggio a Nino Manfredi. Mostra a Palazzo Braschi
Sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa di Nino Manfredi, uno dei 4 “colonnelli” della commedia all’italiana
Sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa di Nino Manfredi, uno dei 4 “colonnelli” della commedia italiana, insieme con Gasmann, Sordi e Tognazzi. Il 2014 è l’anno che in Italia e all’estero si rende omaggio all’artista e uomo che nacque il 22 marzo del 1921 a Castro dei Volsci, nella campagna ciociara: “Nino! – Omaggio a Nino Manfredi”, è la manifestazione che ripercorre e celebra i momenti più significativi della vita privata e artistica di Nino Manfredi, in occasione del decennale della sua dipartita. Dopo la tappa ad Hollywood, il successo romano del concerto Jazz del Maestro Roberto Gatto presso l’Auditorium Conciliazione, la giornata speciale di Castro dei Volsci, e la proiezione al festival di Venezia della copia restaurata, da parte del CSC – Cineteca Nazionale, di ” L’avventura di un soldato”, “Nino!” si ferma al Museo di Roma – Palazzo Braschi, da oggi 13 novembre 2014 fino al 6 gennaio 2015.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina, da Dalia Events – Association, che la curano in collaborazione con Onni ed Ex Novo, e sostenuta dalla famiglia Manfredi; le curatrici sono Camilla Benvenuti e Sarah Masten. L’esposizione fotografica e multimediale si snoda in 10 sale, ad ognuna delle quali è affidato il compito di raccontare una delle tante sfaccettature del poliedrico artista, arricchita dalle testimonianze e aneddoti di personalità di rilievo del mondo della cultura e dello spettacolo come Gianni Canova, Enrico Brignano, Ornella Vanoni, Alessandro Benvenuti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Pietro Abate e Alberto Panza insieme a quelle dei figli Roberta e Luca. All’interno della mostra sarà possibile visionare: un documentario inedito, realizzato durante la tournée americana dello storico Rugantino del 1964; il documentario “80 anni d’attore”, prodotto da Luca Manfredi; un Super 8 originale dell’epoca girato a casa Manfredi; circa 100 stampe fotografiche e tre ricostruzioni scenografiche, e sarà presentata una canzone inedita registrata da Nino pochi anni prima di morire.
L’esposizione multimediale offre foto di set, di famiglia e altro; notevole è la ricostruzione di ambienti e caroselli a cui Nino fece da testimonial, a partire dalla lontanissima “Penna Bic”, a “Ignis” passando per “Pura lana vergine”, per culminare ai 20 anni di “Caffè Lavazza”, “Più lo mandi giù, più ti tira sù”; non mancano i maglioni personali di Nino firmati Missoni, un cult per l’attore. “Alberto Sordi era geniale, ma ripetitivo, sempre lo stesso tipo umano. Nino no. Nino ogni volta si mette alla prova, rischia, sperimenta, si sfida, è stato davvero l’uomo dai mille volti”, così lo ricorda Gianni Canova nella sala “I Mille volti”, animata dai tanti diversi personaggi interpretati. “La Roma che ha raccontato” è la sala del ricordo di Pietro Abate, “un omaggio alla città che ha sempre amato, unica indiscussa protagonista dei suoi film”.
Ecco la testimonianza di Alberto Panza, nella sezione “Invecchiarsi anzitempo” e in “C’era una volta…Geppetto e gli altri vecchi”: “In tutti i suoi personaggi, c’è sempre una linea di spaesamento, d’attonita perplessità, sono come sorpresi dall’imprevedibilità dell’accadere e nel loro sguardo aleggia perennemente una traccia di straniamento e un velo malinconico; questo tratto latente si afferma, con sempre maggiore chiarezza, nelle interpretazioni realizzate a partire dagli anna Settanta, quando il Manfredi interprete e autore tratteggia una serie di personaggi che si misuravano con le disillusioni della vecchiaia incipiente. In una delle ultime interviste rilasciate a New York nel 2002, Manfredi ribadiva un concetto più volte espresso negli anni precedenti: “Sbagliano nel classificarmi. Non sono mai stato un comico, sono sempre stato un attore drammatico”.
Non sappiamo se, come disse il regista Comencini, Manfredi fosse l’unico attore capace di parlare con un pezzo di legno, e farlo sembrare vivo, ma certo era uno dei pochi capaci di dare uno spessore umano e dolente, speranzoso e rassegnato insieme, alla figura del falegname vedovo, che non intende arrendersi alla solitudine della vecchiaia e agli evidenti segni di deterioramento”. “I personaggi drammatici di Nino vivono la lotta contro il potere e le ingiustizie, sono uomini in conflitto con la società. Nino è l’amaro sarcasmo dei nostri giorni difficili ed è l’ironia che ci contraddistingue e che ancora ci salva” – da Alessandro Benvenuti, nella sala dedicata a Pasquino, dove i visitatori sono invitati a lasciare le loro “pasquinate”.
Il film documentario ideato e diretto da Luca Manfredi, “Ottant’anni da attore”, è un viaggio a ritroso nella multiforme carriera di Nino Manfredi: attore, doppiatore, soggettista, sceneggiatore, regista, autore di commedie teatrali e cantate, partendo dai festeggiamenti per i suoi 80 anni, nel marzo 2001. “Nino era un “ricercatore” della recitazione, un artista moderno, ironico e raffinato, che cuciva abiti precisi addosso ai suoi personaggi e sapeva mescolare sapientemente la commedia con il dramma; non è mai stato un “improvvisatore”, contrariamente a quello che si può pensare, forse per la sua capacità di far apparire tutto naturale; interpretò ruoli drammatici, facendo nascere un sorriso sulla bocca della gente”. Dopo la tappa romana al Palazzo Braschi, la mostra si trasferirà a Parigi, a San Paolo del Brasile, in Bulgaria e a Buenos Aires.
Dal 13 novembre 2014 al 6 gennaio 2015, al Museo di Roma – Palazzo Braschi (sale espositive al primo piano; per l’occasione è stato aperto al pubblico il Salone d’Onore del Palazzo), ingresso Piazza Navona, 2 – Piazza S. Pantaleo, 10; dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 – 20.00; la biglietteria chiude alle 19.00; giorni di chiusura lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio. Per i residenti biglietto intero 10.00 euro, ridotto 8.00 euro; Per i non residenti biglietto intero 11.00 euro, ridotto 9.00 euro. I Servizi Museali sono di Zètema Progetto Cultura.