Roma Noir: dieci storie criminali e troppi casi irrisolti
I dieci casi raccontati da Roma Noir hanno segnato non soltanto la cronaca nera della città, ma hanno avuto una risonanza nazionale
Il libro, edito dal quotidiano la Repubblica raccoglie alcuni casi di cronaca nera che dalla fine degli anni ’70 a oggi hanno segnato la capitale. Il curatore di Roma Noir è Stefano Costantini, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come nasce l’idea di Roma Noir?
Un’idea nata dal direttore Maurizio Molinari. Dedicare a tutte le città nelle quali la Repubblica cura la cronaca, un libro sulle storie criminali che hanno fatto più scalpore. Siamo usciti in contemporanea con 9 libri su 9 città dove abbiamo l’edizione locale. Ho proposto al direttore di fare un libro su questi dieci casi perché la cronaca nera è una parte fondamentale delle cronache locali. Questi dieci casi hanno segnato non soltanto la cronaca nera della città, ma hanno avuto una risonanza nazionale. Sono diventati dei grandi classici della storia criminale di Roma. Alcuni sono affascinanti per un verso altri hanno avuto una risonanza più ampia. Abbiamo un patrimonio di giornalisti che se ne sono occupati e che potevano farne anche un racconto diverso, partendo dagli articoli di cronaca.
Naturalmente avremmo potuto sceglierne ancora altri, più recenti, ma ad un certo punto ci siamo fermati. Non volevamo arrivare troppo a ridosso della cronaca attuale. Ne parlo nella parte introduttiva del libro intervistando Nicola La Gioia. Nicola Lagioia ha scritto il libro “La città dei vivi”, sul caso del terribile omicidio di Luca Varani, che però appunto è recente, meno di 4 anni fa.
Quali sono i casi più eclatanti di cui parlate?
Il primo è quello di Ida Pischedda, che è un caso del 1977, un classico caso di femminicidio. Una ragazza di 23 anni fu uccisa dal fidanzato. Fu uno dei primi casi di cronaca nera romana di cui ci siamo occupati perché la Repubblica nasce nel 1976 e all’inizio non si occupava di cronaca, soprattutto non la cronaca nera. Abbiamo scelto quel delitto e quella data perché è quasi coincidente con la nascita del giornale. Un delitto invece senza movente e senza un colpevole è quello del fotografo Daniele Lo Presti. Fu ucciso sul Lungotevere, nel 2013, un’esecuzione mafiosa.
Nel libro percorriamo quasi 40 anni di storia criminale. Non manca ovviamente il caso di Emanuela Orlandi, nella metà degli anni ’80. La scomparsa di Emanuela rimane un mistero insieme a quella di Mirella Gregori. Poi l’omicidio di Simonetta Cesaroni, il giallo di via Poma, uno dei casi più dibattuti e anche con il maggior numero di colpi di scena e di possibili colpevoli. Anche questo irrisolto. Un altro caso, quello di Alberica Filo della Torre, uccisa nella sua villa all’Olgiata, è stato un grande giallo. Fu risolto molti anni dopo con l’arresto del domestico della contessa.
Alcuni sono diventati anche dei film. Il caso dell’imbalsamatore, quello che veniva definito il “Nano di Termini”, divenne appunto un film. Alcuni di questi crimini hanno superato la fantasia di molte sceneggiature, sembrano scritti apposta per diventare storie di cinema. Il caso del Canaro della Magliana non l’abbiamo trattato, ma anche quello è diventato un film, Dogman.
C’è un elemento comune tra i casi raccontati nel libro?
All’inizio l’idea poteva essere quella di raccontare i casi insoluti poi abbiamo capito che tutto sommato questo non era rilevante. Le storie erano avvincenti a prescindere dall’esito delle indagini. La scelta è andata su quei casi che più degli altri avevano scosso l’opinione pubblica. Per esempio l’omicidio di Marta Russo, la studentessa universitaria uccisa alla Sapienza. Un omicidio senza movente, pazzesco. I due colpevoli, Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone furono condannati e non hanno mai confessato. La verità giudiziaria parla di una sfida che avrebbero messo in atto per dimostrare la tesi dell’omicidio perfetto.
Tutela in Azione ha contribuito alla pubblicazione di Roma Noir
Antonio Augello, è il presidente di Tutela in Azione, un’Associazione No Profit che rappresenta un network di assistenza legale. Opera in Italia e all’Estero e si occupa anche di promuovere nuove indagini per i casi irrisolti:
“Come Tutela In Azione siamo stati ben lieti di aver contribuito alla pubblicazione di Roma Noir. Sicuramente i casi irrisolti, sia di delitti eccellenti che di normali cittadini, dispongono di un appeal letterario importante, destando grande interesse nel pubblico, anche se a volte rischia di divenire morboso.
Ora, va detto che i fatti narrati nel libro sono veritieri, per quanto alcuni casi sono talmente intricati da somigliare ad un vero e proprio romanzo. Vorrei ricordare che parliamo di delitti veri, che hanno fatto e fanno soffrire le vittime (sono vittime anche i familiari e in alcuni casi lo Stato) e che non avranno la giustizia dovuta. Questo deve farci riflettere su quanto è necessario fare per non trovarci difronte al nulla di fatto dopo un’indagine giudiziaria. Nella mia esperienza di contatto e interazione con gli organi inquirenti, ad eccezione di casi rari, ho incontrato magistrati e soprattutto addetti di polizia giudiziaria competenti e appassionati.
Ma al tempo stesso ho potuto verificare anche l’insufficienza dei mezzi e le pastoie burocratiche e procedurali. Limiti che mal si conformano all’esigenza investigativa di un’azione rapida che necessita di mezzi adeguati e personale specializzato. Ed è proprio questa azione che giornalmente offriamo ai nostri assistiti. Mi auguro, in un futuro non troppo lontano, di essere chiamato a collaborare e a contribuire alla pubblicazione di un libro con casi di Delitti Risolti“.