È appena partita da piazza della Repubblica la manifestazione femminista organizzata dalla rete “Non una di meno” per rilanciare i temi dei diritti di genere. In strada sono presenti alcune migliaia di persone, nella stragrande maggioranza donne: moltissime giovani, tante con indosso abiti, bandane o bandiere fucsia, il colore del Movimento.
“Dopo due anni di pandemia – ha spiegato Serena, una delle portavoci di ‘Non una di meno’ – torniamo in piazza al grido ‘Ci vogliamo vive’, uno slogan che sintetizza bene le condizioni aggravate dalla pandemia, durante la quale le donne hanno vissuto una grave crisi economica e sociale.
La pandemia ha aggravato ulteriormente anche le condizioni di violenza, sia in casa che sul lavoro. I dati sono chiari. Per questo abbiamo ritenuto necessario riprenderci lo spazio pubblico e tornare in strada. E lo faremo con azioni performative durante il percorso”.
“Rilanceremo il tema della lotta femminista e transfemminista in un momento in cui l’attacco si fa molto pensate, anche per le politiche del Governo che parla molto ma non fa- ha aggiunto- Penso al piano antiviolenza fermo e non ancora rinnovato, o al blocco del Ddl zan”.
La manifestazione, appena imboccata via Cavour, vedrà una performance collettiva. Le partecipanti agiteranno in aria i loro mazzi delle chiavi di casa, per ricordare a tutti che spesso le violenze contro le donne avvengono all’interno delle mura domestiche. Centinaia di chiavi agitate al cielo per ricordare che “il mostro” ha le chiavi di casa. Questo uno dei momenti più importanti della manifestazione femminista in corso a Roma, organizzata dalla rete “Non una di meno” per rilanciare il tema dei diritti delle donne. L’azione rumorosa è avvenuta all’ingresso di via Cavour.
Poi, alle 16:30, la musica dei carri e i cori si fermeranno per un “grido muto” in memoria delle vittime.
È ormai alle porte di piazza San Giovanni, dove si concluderà, la manifestazione organizzata da ‘Non una di meno’ a Roma per chiedere più diritti per le donne e per tenere vivo il tema dei femminicidi. Il corteo, femminista e transfemminista, poco fa si è di fermato per una seconda azione dimostrativa: le manifestanti si sono bloccate in via Merulana e si sono sedute a terra per un minuto di silenzio, a ricordo delle vittime di femminicidio, terminato il quale si sono rialzate con un lungo grido.
Il corteo, dal momento della partenza alle 15 si è molto ingrossato e mentre la testa della manifestazione è ormai all’arrivo la coda sfila ancora lungo viale Emanuele Filiberto.
Secondo alcune stime raccolte in strada avrebbero marciato circa 20mila persone, anche se le organizzatrici, dal camion alla testa del corteo quando il corteo era arrivato a piazza Vittorio, hanno azzardato ai megafoni la cifra di 100.000 persone.
Tra le tante scese in piazza si sono viste anche alcune rappresentanti istituzionali: dall’assessora capitolina Sabrina Alfonsi alla consigliera regionale del Lazio, Marta Bonafoni. Tra le associazioni e Ong presenti ‘Differenza Donna’, ‘Diversa Torpignattara’, i centri antiviolenza della rete D.i.Re oltre alla Casa Internazionale delle donne e Lucha Y Siesta.
(Zap/ Dire)
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