Cronaca

Roma. Omicidi, droga e armi: 37 arresti a Tor Bella Monaca

Gli agenti della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Roma su richiesta dei Magistrati della locale Direzione Distrettuale Antimafia a carico di 37 soggetti, responsabili, a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, molteplici episodi di spaccio, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello stato, falso, omicidio e tentato omicidio. Sono in corso di esecuzione oltre 100 perquisizioni domiciliari finalizzate al rinvenimento di armi e droga.  Oltre 500 gli Agenti della Polizia di Stato impiegati. All’esecuzione stanno concorrrendo il Reparto Volanti, i Commissariati della Questura di Roma, il Reparto Prevenzione Crimine Lazio ed alcune unità cinofile. Impiegati anche due elicotteri. 7

A essere sgominato da parte degli agenti della Polizia di Stato è il feroce Clan Cordaro. I dettagli dell’operazione verranno illustrati alle ore 11.00 presso la sala “Cocola” sita al 5° piano della Questura di Roma, via San Vitale 15in una conferenza stampa  tenuta dal Procuratore Aggiunto Dr Michele Prestipino e dal direttore della S.C.O. Dr Renato Cortese.

AGGIORNAMENTO: I DETTAGLI DELLA CONFERENZA STAMPA

Al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e protrattasi per circa due anni, all’alba di oggi martedì 5 luglio, la Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare n.5935/15 emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica a carico di:

– IULIANO Valentino, nato a Roma il 15/8/1990;

– CORDARO Salvatore, nato a Caltanissetta il 11/1/1960;

– CORDARO Natascia, nata a Roma il 28/3/1986;

– CORDARO Giuseppe, nato a Roma il 7/9/1987;

– PALAVANTI Paola, nata a Roma il 27/1/1966;

– LUMICISI Silvio, nato a Roma il 24/10/1984;

– CORDARO Emilia, nata a Roma il 24/4/1985;

– VELLUCCI Marco, nato a Roma il 13/8/1987;

– MASSA Dino, nato a Roma il 27/3/1973;

– PETRINI Antonello, nato a Roma il 7/3/1986;

– PETRINI Umberto, nato a Roma l’8/6/1983;

– NOCCHETTI Maurizio, nato a Dinami (CZ) il 25/9/1954;

– CORDARO Danilo, nato a Roma il 3/6/1997;

– CORDARO Roberto, nato a Roma il 10/9/1968;

– ALLOCCA Mirco, nato a Monterotondo (RM) il 13/8/1978;

– BOVA Vincenzo, nato a Termini Imerese (PA) il 23/12/1993;

– VINELLA Daniele, nato a Roma il 20/11/1972;

– VINELLA Gianni, nato a Roma il 17/2/1968;

 – VINELLA Antonello, nato a Roma l’11/6/1969;

– STRAMUCCI Gianluca, nato a Roma il 10/2/1970;

– MONTALI Mauro, nato a Roma il 24/2/1982;

– CANTALE Eros, nato a Roma il 31/10/1993;

– LOMONTE Alessandro nato a Roma 20.02.1975;

– PETRUCCI Alessandro, nato a Roma il 27/1/1970;

– LONGO David, nato a Roma il 20/10/1986;

– LONGO Daniel, nato a Roma il 29/1/1991;

– CERQUIGLINI Ezio, nato a Foligno (PG) il 20/1/1965;

– ROSALBA Mauro, nato a Pisa il 20/06/1979;

– TRAPASSO Pietro nato in Etiopia l’8.5.1973,

Tutti i soggetti sono destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre sono stati colpiti da misura restrittiva degli arresti domiciliari:

– TEIXEIRA Flavia, nata a Roma 20/9/1990;

– CERQUIGLINI Simone, nato a Foligno (PG) il 22/10/1984;

– ANGELUCCI Emanuela, nata a Roma il 7/11/1964;

– TONDO Marjorie, nata a Roma 11/07/1988;

– D’ARCHIVIO Marzia, nata a Roma il 1°/3/1971;

– CASAGRANDE Silvia, nata a Roma il 13/4/1984,

I predetti sono indagati a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, molteplici episodi di spaccio, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello stato, falso, omicidio e tentato omicidio. L’articolata attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile ha permesso di raccogliere numerosi e inequivocabili elementi comprovanti l’esistenza di un sodalizio criminoso riconducibile alla famiglia CORDARO dedito al traffico di stupefacenti, con centro operativo nel comparto R9 nel quartiere romano di Tor Bella Monaca e impegnato, negli ultimi anni, in un crescendo di attività criminali e violentissimi fatti di sangue.

Infatti, nel contesto territoriale indicato e, più in generale, nel quadrante sud est della capitale, si è assistito – negli ultimi anni – a un crescendo di attività criminali e di gravi delitti riconducibili a conflittualità e a connessi regolamenti di conti consequenziali e funzionali alla “conquista” di piazze di spaccio in quell’area, per affermare o rimarcare l’egemonia di un gruppo su un altro. In tale area geografica si è assistito al contrasto tra il gruppo di Stefano CRESCENZI e i CORDARO, contrasto evidenziato al massimo livello con l’omicidio di CORDARO Serafino avvenuto il 30.3.2013. Il quadro generale di tale conflitto è stato chiarito dal collaboratore di giustizia PANDOLFO Giuseppe il quale, assumendosi la paternità dell’omicidio di CORDARO Serafino, ha riferito importantissimi elementi sull’intero contesto criminale e sulla genesi della conflittualità che ha determinato FIORA’ Luca e CRESCENZI Stefano a commissionargli l’assassinio in questione.

In particolare, il 28 febbraio 2013, Giuseppe CORDARO, veniva attirato con l’inganno all’interno dell’abitazione di Tonino VAMPO, aggredito dal CRESCENZI e da Luca FIORA’ (quest’ultimo successivamente deceduto), nonché picchiato con i calci delle pistole e sfregiato con un cacciavite sulla guancia. Il giorno successivo, per vendicare l’affronto subito, gli occupanti di un veicolo e di uno scooter intercettavano una vettura Smart, erroneamente ritenuta occupata da CRESCENZI Stefano, inseguendola da via di Tor Bella Monaca sino a via Palmiro Togliatti, ed esplodevano numerosi colpi di AK 47 Kalashnikov e di fucile a canna liscia all’indirizzo degli occupanti identificati in Simone BONTI e Giordano FABI, rimasti feriti in modo non grave. Per tale episodio, le indagini effettuate hanno evidenziato la responsabilità di IULIANO Valentino, al quale è contestato il reato di tentato omicidio. 

Successivamente, e nel medesimo contesto territoriale, in data 25 novembre 2015, è avvenuto l’omicidio di Salvatore D’AGOSTINO, nato a Roma il 26.09.1983, commesso nel quartiere Giardinetti. Per tale ultimo fatto le indagini hanno permesso di appurare la responsabilità di Valentino IULIANO, Giuseppe CORDARO, Silvio LUMICISI e Salvatore CORDARO, ai quali viene contestato il reato di omicidio. Il movente è stato rintracciato nell’aggressione subita in carcere dallo stesso Valentino IULIANO ad opera della vittima.

Nel medesimo contesto investigativo è stato appurato che Valentino IULIANO e Giuseppe CORDARO provocavano lesioni personali a CARPINETA Alessandro, cugino del D’AGOSTINO, al fine di ottenere informazioni necessarie all’individuazione dello stesso. Le indagini hanno inoltre fatto luce su ulteriori fatti di sangue:

– Pestaggio e accoltellamento di Piero TRAPASSO, avvenuto il 29.07.2014;

– Ritorsione contro la famiglia FOZZI, avvenuta il 6 dicembre 2014;

–  Pestaggio ed estorsione a CAMPANELLA Alessio, avvenuta il 23 maggio 2015;

–  Gambizzazione di TEI Giancarlo avvenuta il 17 maggio 2015;

Il complesso delle indagini, oltre agli episodi violenti sopra descritti, ha posto in risalto l’estrema rilevanza del sodalizio capeggiato dalla famiglia CORDARO nell’intero quartiere di Tor Bella Monaca e la capillare organizzazione del traffico di stupefacenti del tipo cocaina ed hashish, gestito dal clan, di cui risultano essere organizzatori e promotori IULIANO Valentino, CORDARO Salvatore, CORDARO Natasha, CORDARO Giuseppe, PALAVANTI Paola, moglie di Salvatore CORDARO. L’attività di approvvigionamento e spaccio si concentrava principalmente nel comparto “R9” del quartiere ed era organizzata in turni tali da coprire le 24 ore, oltre alla predisposizione di vedette che avevano il compito di avvisare l’eventuale arrivo di pattuglie delle forze dell’ordine.

Lo stupefacente veniva custodito, tra l’altro, in un “appartamento bunker” munito di sistema di video sorveglianza e presidiato senza soluzione di continuità. Al fine di scongiurare il compimento di ulteriori fatti di sangue, nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi interventi con la predisposizione di servizi di perquisizione per blocchi di edifici che hanno permesso di sequestrare armi e sostanza stupefacente, oltre ad evitare il compimento dei propositi delittuosi dei sodali.

In data 26 novembre 2015, infatti, nel corso di dette perquisizioni, sono state rinvenute due pistole, una semiautomatica e un revolver, risultate essere le armi utilizzate per la commissione dell’omicidio di Salvatore D’AGOSTINO, custodite da LUMICISI Silvio. Inoltre, in data 14 febbraio 2016, in occasione di un ulteriore imponente servizio estrinsecatosi in cento perquisizioni ex art. 41 T.U.L.P.S.: veniva sequestrato, tra l’altro, un fucile mitragliatore Zastava Kraousevao Iugoslavia (modello AK-47) cal. 7,62×39, con serbatoio contenente 29 cartucce del medesimo calibro, circa cinquanta cartucce di svariati calibri, nonché stupefacente e materiale documentale utile alle indagini sulla consorteria criminale dei CORDARO.

Dall’attività tecnica in corso, infatti, era emerso che la famiglia CORDARO aveva la disponibilità di un’abitazione “bunker” tenuta riservata. L’estensione delle perquisizioni al domicilio segreto consentiva di dare riscontro alle conversazioni registrate attraverso il rinvenimento del materiale sopra indicato. Nella circostanza, inoltre, veniva tratto in arresto Umberto PETRINI, nato a Roma l’8.6.1983, che si trovava all’interno del locale e risultava il custode dello stesso.  Nell’ottica di prevenire ulteriori episodi delittuosi, si inquadra anche la perquisizione condotta a carico di Valentino IULIANO lo scorso 10 marzo 2016, circostanza nella quale il predetto è stato tratto in arresto in quanto trovato in possesso, occultata nella cintola dei pantaloni, di una pistola marca Feg modello “Pa-63”, non censita sul territorio nazionale, corredata di serbatoio contenente 7 cartucce delle quali una alloggiata all’interno della camera di scoppio.

Menzione a parte merita la figura dell’ Avvocato Alessandro PETRUCCI, nato a Roma il 27 gennaio 1970, anch’egli raggiunto dalla misura custodiale in quanto partecipe dell’associazione quale soggetto incaricato di fornire un contributo stabile mediante il reimpiego dei proventi del traffico di stupefacenti in attività economiche (Art.74 comma II). In particolare, in concorso con CASAGRANDE Silvia, riceveva, direttamente o per il tramite della stessa CASAGRANDE e di PALAVANTI Paola, da CORDARO Salvatore, CORDARO Natascia, CORDARO Giuseppe e IULlANO Valentino denaro contante provento delle attività di vendita di stupefacenti, per un ammontare iniziale di 75 mila euro e poi di 2.000/3.000 euro a settimana, che impiegava in attività economiche nell’isola de LA MADDALENA; in particolare nella gestione del bar-pizzeria “MAFALDA”, nella acquisizione e gestione della squadra di calcio “ILVAMADDALENA 1903”, divenendone presidente e nella acquisizione e gestione del ristorante “GARDEN”.

Nel corso delle indagini, è stato inoltre accertato che IULIANO Valentino, anche durante la sua detenzione presso l’Istituto Penitenziario di Rebibbia N.C. di Roma, aveva in uso un telefono cellulare con il quale quotidianamente contattava i sodali. Grazie al telefono in uso, e forte del suo indiscusso ruolo apicale, IULIANO Valentino ha quindi costantemente mantenuto i contatti con gli associati, delineando strategie criminali, pianificando l’acquisto degli stupefacenti destinati allo spaccio,  nonché indicando le somme da consegnare all’avvocato PETRUCCI per le attività di riciclaggio poste in essere dal professionista per conto del sodalizio criminale. Inoltre, IULIANO ha organizzato in più occasioni l’introduzione di sostanza stupefacente nella struttura carceraria.

Tra gli altri reati contestati ad ANGELUCCI Emanuela, CERQUIGLINI Ezio, CORDARO Natascia e TEIXEIRA Flavia, figurano quelli di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, consistiti nella conclusione fittizia di un contratto di impiego subordinato presso la ditta di ANGELUCCI Emanuela e nella formazione di false buste paga, che inducevano in errore gli enti pubblici INPS e INAIL circa l’effettività del rapporto di lavoro e procuravano un ingiusto profitto a CORDARO Natascia, consistito nell’aver ottenuto contributi a lei non spettanti, e quello di false dichiarazioni o attestazioni destinate all’Autorità Giudiziaria poiché, in concorso tra loro, attestavano falsamente in atti destinati all’A. G. un rapporto di lavoro in essere presso la ditta “C&G RECAPITI E SERVIZI”, di cui ANGELUCCI risulta titolare, in favore di CORDARO Natascia, condannata dal Tribunale Ordinario di Roma alla pena di mesi quattro di reclusione nonché al pagamento dell’ammenda di € 2.000,00.

Redazione

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