Roma, omicidio Buccolini. 21 anni dopo riparte il processo: legato e ucciso nel suo negozio
Il giocattolaio era stato ucciso con un mattarello in vendita nel suo stesso negozio
A circa 21 anni dall’omicidio si riapre a Roma il processo per l’omicidio di Sergio Buccolini, passato alle cronache come “l’omicidio del giocattolaio” avvenuta il 15 luglio 2001 in zona Termini.
Un processo in corte d’assise che ricomincia per il solo Lucian Valentin Huzuneanu che all’epoca dei fatti aveva 28 anni e che è rimasto a lungo irreperibile tanto da essere condannato in contumacia a 28 anni.
L’omicidio Buccolini: frustrazione per una rapina non riuscita
Una vicenda giudiziaria lunga e che ha avuto inizio in via Principe Umberto a Roma e, precisamente, nel negozio dove il cadavere della vittima 65enne venne trovato. Aveva la testa fracassata da, secondo gli inquirenti, violenti colpi inferti con un mattarello in legno che lo stesso Buccolini vendeva nel negozio. Gli aggressori lo avevano legato a scopo di rapina dato che il loro obiettivo erano le chiavi dell’appartamento dove l’uomo aveva una cassaforte. Il colpo non riuscì e si accanirono su di lui uccidendolo.
I fermati, tutti cittadini romeni
Per quell’omicidio, nelle ore successive, venne fermato, grazie alle testimonianze dei vicini, il romeno Alui Zaidela, allora 25enne, ma il resto della banda composto da Giucoane George, Bolcea Joan Cosmin e Luciano Valentin Huzuneanu, tutti romeni e originari di Tinisoara, si diedero alla macchia.
Giucoane e Bolcea, vennero però arrestati in Francia nel maggio 2002 ed estradati in Italia. Pur mancando il quarto componente, si incardinò il processo per Giucoane e Bolcea, mentre Huzuneanu, irreperibile, venne processato in contumacia. Il processo terminò con una condanna a 28 anni per i 3 che, in appello, divenne 20 anni soltanto per Giucoane e Bolcea, perchè patteggiarono. Il legale di Huzuneanu seguì tutto il percorso ordinario arrivando in Cassazione dove gli venne confermata la pesante condanna. Zaidela, invece, in un processo stralcio, venne condannato ad una pena più mite perché aveva collaborato alle indagini e riconosciuto come il “palo” del gruppo e non il picchiatore.
Per Huzuneanu riparte il processo di primo grado
Alcuni anni dopo che la sentenza è passata in giudicato però, Huzuneanu è stato rintracciato in Romania. Tuutavia il suo legale, l’avvocato Michele Monaco ha sostenuto, dinnanzi la Corte europea per i diritti dell’uomo, l’erronea dichiarazione di contumacia per difetto procedurale.
Istanza accolta e per questo, è stata sancita l’invalidità della condanna e la necessità di un nuovo processo di primo grado, ovviamente per il solo Huzuneanu, anche perché, gli altri tre hanno già scontato la pena. Quindi il processo è ricominciato dinnanzi alla prima corte d’assise di Roma con un solo imputato che risponde di omicidio volontario in concorso. La difesa, però, sostiene per lui l’estraneità al delitto dato che, secondo la tesi difensiva, nel locale non sarebbe mai entrato.
Ieri 27 ottobre sono stati ascoltati come teste in videoconferenza dalla Romania Giucoane e Bolcea, ma nella prossima udienza è previsto l’esame dell’imputato che si è detto disposto a venire in Italia. Ha sostenere le ragioni dei figli della vittima costituiti come parte civile è l’avvocato Alfredo Besi.