Il Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha convalidato il fermo, eseguito dalla Squadra Mobile, nei confronti di un romano di 24 anni, per l’omicidio di Filippo Felici, avvenuto la notte del 26 ottobre in via Publio Rutilio Rufo al Tuscolano.
Alle prime ore del 28 ottobre, la Sezione Omicidi della Squadra Mobile Capitolina, dopo serrate e tempestive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, ha rintracciato il 24enne in un’abitazione, dove aveva trovato rifugio.
Una fuga, quella del presunto omicida che avrebbe ucciso Felici con diverse coltellate alla schiena, durata soli 5 giorni.
Di fronte al giudice è emerso che all’origine del delitto ci sia uno screzio avvenuto qualche giorno prima dell’agguato compiuto mentre Felici tornava dal lavoro, a una manciata di metri dall’appartamento in cui viveva con la famiglia.
Sul posto erano intervenuti i sanitari del 118 che avevano tentato di rianimare il ragazzo senza riuscirci: troppo profonde le coltellate e troppo il sangue perso dal giovane. Chi ha chiamato i soccorsi, ha riferito di aver visto due uomini scappare via a piedi verso via Tuscolana. Uno di loro è stato fermato, ora è caccia al complice.
Secondo quanto ricostruito nelle indagini della polizia, l’omicidio sarebbe legato allo spaccio di droga: in casa gli agenti hanno trovato un ingente quantitativo di stupefacenti.
Con la testimonianza di alcuni cittadini e le riprese delle telecamere acquisite lungo le vie a ridosso di piazza di Cinecittà e di via Tuscolana è stato identificato come l’autore del grave fatto di sangue. Le motivazioni del gesto sono da rintracciare, probabilmente, in pregressi dissidi sorti tra i due soggetti, la cui natura è ancora oggetto di accertamento da parte degli inquirenti.
A seguito dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, il Gip ha convalidato il fermo e la custodia cautelare in carcere. In relazione all’omicidio sono al vaglio degli inquirenti le posizioni di altri soggetti.
A ogni modo l’indagato è da ritenersi presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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