Interviste

Roma. Omicidio escort, Efe Bal: “Il killer ha ucciso, ma lo Stato fa anche peggio”

Sono passate un paio di settimane dall’omicidio a Prati di due prostitute cinesi e un trans. Mentre continuano investigazioni e indagini a riguardo, abbiamo cercato di approfondire un fenomeno ampiamente diffuso e in crescita negli ultimi anni. Soprattutto per verificare se e quanto i recenti fatti ne abbiano in qualche modo influenzato l’andamento.

Efe Bal

Per farlo, abbiamo voluto intervistare Efe Bal, la showgirl transessuale, che è spesso impegnata in battaglie per la regolarizzazione della prostituzione.

Cosa è cambiato in queste settimane, dopo l’accaduto?

“Ai clienti non interessa proprio nulla di quello che è successo. Io continuo a lavorare esattamente come prima, come se niente fosse. Nelle scorse settimane, andando spesso in tv, immaginavo potesse calare il mio lavoro e invece non ne ha risentito assolutamente. Pensavo che la morte di tre persone potesse in qualche modo scoraggiare e invece alla gente non interessa. Sui giornali non si parla più di questo”.

Si è data una spiegazione?

“Questo tipo di argomento crea pudore, vergogna e difficoltà. C’è molta ipocrisia. Non parlo di gente normale, mi riferisco proprio ai media. Sono morte tre persone ma a nessuno interessa. E’ una questione ormai dimenticata. Eppure qualche giorno fa era il 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne. E l’omicidio a Prati è avvenuto proprio in quei giorni. Come sempre la gente ci dimentica”.

Efe Bal

Da chi in particolare si sente, vi sentite dimenticate?

“Quel killer ha ucciso delle prostitute, ma lo Stato fa peggio. Non ci conferisce un riconoscimento sociale, fiscale. Non abbiamo nessun tipo di diritto. Neanche dal mondo dell’informazione, abbiamo attenzione. Sono morte tre ragazze, il caso è chiuso. Perché l’omicida era un soggetto con problemi psicologici, già segnalato. Chi frequenta molto il mondo della prostituzione non è una persona normale”.

Quali tipologie di persone incontra ogni giorno?

“Molti pensano veniamo contattate da uomini che sentono il bisogno di uscire dalla monotonia. Invece la verità è un’altra. Quelli che mi fanno più pena sono quelli che mi contattano su WhatsApp. Sui profili, recano foto accanto alle mogli, tenendo in braccio i propri figli. Vogliono ancora oggi fare sesso senza protezione, tornando magari a casa e facendo la stessa cosa con la propria partner“.

Quali sensazioni prova, vivendo tutti i giorni realtà del genere?

“Posso dire che mi sento fortunata, perché nonostante questo mondo di merda io riesco comunque a viverlo serenamente. Faccio i miei test, li pubblico. Ma alla gente non importa nulla nemmeno più dell’AIDS. Spesso vediamo di ambienti pessimi. Perché la gente preferisce spendere 30, 50 euro in più, per un rapporto senza preservativo“.

Perché questo fenomeno è in ascesa?

“Riguarda la mafia. Perché se non c’è lo Stato, c’è la mafia. Questo mini mondo ogni giorno cresce sempre di più, perché crescono povertà e disoccupazione. Prima la pandemia, adesso i rincari. Sono fenomeni che vanno paralleli. Oggi in Italia ci sono più di centomila prostitute“.

Cosa ne pensi di queste nuove piattaforme e siti di intrattenimento con abbonamento?

“C’è una ragazza che conosco, fa l’infermiera. Lei è iscritta a Onlyfans, ed è entrata nel mondo pornografico. Certamente è una cosa che aiuta. Anzi, sui giornali io vedo articoli su di lei, piuttosto che legati alla vicenda degli omicidi a Roma di qualche giorno fa”.

I social network invece quanto pensi incidano su un fenomeno del genere?

“Tanto, Instagram soprattutto molto più di Facebook e Twitter. Hanno aumentato il desiderio. Internet è il più grande e più potente bordello di sempre. Lì non ci sono limiti. Se sei una persona ricca, mostri la tua bella vita”.

Basta così poco?

“Certo, magari se sei un uomo mostri la tua macchina e compri una borsa da 500.000 Euro a una donna. In questo modo adeschi chi vuoi. Credo che però nella prostituzione oggi lavorino molto di più gli omosessuali“.

Quale livello di verità e quale invece di ipocrisia riscontra relativamente alle piattaforme?

“Molti vivono all’estero, magari a Dubai e ti chiedi come una persona possa permettersi determinati stili di vita. Oggi magari sei a Parigi, domani a Montecarlo. Queste persone affermano di essere dei commessi o delle commesse. Con la borsa che costa 5000 euro. Come cazzo fai!!? Ecco quello è il mondo della prostituzione legato ai social. Entri in un ambiente e prosegui la tua carriera così. Tramite like e passaparola”.

Simone Fabi

Giornalista pubblicista, ha lavorato come redattore e volto del telegiornale di TCR, una delle emittenti pioniere del mondo televisivo privato della capitale. E' una delle firme più apprezzate nei settori costume e spettacoli. Attualmente scrive di attualità.

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