Roma,omicidio Valerio Verbano: matrice neofascista, procura chiede archiviazione

Il movente fu prelevare dalla vittima i nomi di coloro che avevano identificato i soggetti di estrema destra del quartiere Montesacro

Per la Procura di Roma, l'omicidio di Valerio Verbano, rappresenta "una vera e propria azione punitiva posta in essere da soggetti sicuramente appartenenti a frange del terrorismo di destra, in particolare di formazioni e/o soggetti gravitanti nei quartieri di Talenti". Per i pm di piazzale Clodio si e' trattato di una "azione di violenza terroristica ben organizzata e premeditata per rispondere a precedenti attentati subiti da appartenenti a gruppi della destra, alla quale ha poi fatto seguito l'omicidio di Angelo Mancia". Dietro il blitz, conclusosi tragicamente, ci sarebbe stato il tentativo di "acquisire dalla vittima materiale documentale e fotografico, assieme ai nomi di coloro che avevano aiutato Verbano a conoscere le identità dei soggetti che gravitavano nell'area della destra nel quartiere".

L'omicidio dell'attivista politico Valerio Verbano, 19 anni, appartenente al movimento "Autonomia Operaia", è accaduto il 22 febbraio del 1980, commesso da tre uomini che si sono introdotti armati nella sua casa. La matrice neofascista, certa, non ha però mai condotto ai nomi dei soggetti fisicamente colpevoli. 

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