Alle prime luci dell’alba di oggi martedì 1 ottobre, a coronamento di una brillante operazione di polizia giudiziaria condotta nella Capitale e al termine di un’articolata attività investigativa denominata “Colf Agency”, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Dr.ssa Barbara Zuin, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari, 7 persone (6 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) pregiudicate, di età compresa tra i 35 e i 53 anni, resesi responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti diretti a favorire l’illegale ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri privi dei requisiti richiesti dalla normativa sul soggiorno.
Gli arrestati sono:
TITTARELLI Claudio, 52enne, nato a Jesi (AN), pregiudicato;
TITTARELLI Antonio, 46enne, romano, pregiudicato;
FERRARO Giovanni, 44enne, nato a Genova, pregiudicato;
PIERSANTE Francesco, 47enne, romano, pregiudicato;
PRONESTI Amerigo, 53enne, romano, pregiudicato;
ESPOSITO Alessio, 35enne, romano, pregiudicato;
MASSIGNANI Stefano, 39enne, romano, pregiudicato.
Nella medesima operazione di polizia giudiziaria sono state altresì denunciate a piede libero altre 27 persone, tra cui due donne, coinvolte a vario titolo nelle attività illecite del sodalizio.
L’indagine prende avvio agli inizi del 2011 quando, nel corso dell’ascolto delle intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito di un altro procedimento penale, venivano captate alcune conversazioni nelle quali emergeva in maniera inequivocabile che un gruppo di soggetti composto prevalentemente da cittadini italiani, operando illecitamente da diversi anni e in totale sincronia tra loro, consentiva a molti cittadini extracomunitari e clandestini di usufruire, senza averne diritto, dei benefici previsti dalla legge di condono per la regolarizzazione di colf e badanti (art. 1-ter L. 102/2009), nonché dei flussi migratori annuali (art. 3 Decreto legislativo n.286/98 e successive modifiche ed integrazioni stabilite dalla legge n.25 del 26.02.2010).
In particolare, i fratelli TITTARELLI, capi promotori e organizzatori dell’associazione, partecipavano direttamente nell’attività di reperimento di stranieri e di finti datori di lavoro, impartendo agli associati disposizioni organizzative sul numero delle pratiche da realizzare, sulla modalità di compilazione delle domande e sulla ripartizione dei ruoli e degli illeciti profitti ricavati. I restanti FERRARO Giovanni, PIERSANTE Francesco, PRONESTI Amerigo e ESPOSITO Alessio, costituiscono l’ossatura dell’associazione, occupandosi del reperimento di cittadini stranieri da regolarizzare e di cittadini italiani disponibili a comparire quali falsi datori di lavoro, della realizzazione della falsa documentazione da utilizzare, della compilazione delle richieste di emersione e del loro inoltro allo Sportello Unico per Immigrazione del Ministero dell’Interno; inoltre il medesimo PRONESTI Amerigo, si presta direttamente a fungere da falso datore di lavoro; infine ESPOSITO Alessio si occupa altresì di custodire i documenti falsi che vengono utilizzati nelle diverse pratiche e che occulta all’interno dell’appartamento della sua compagna.
Partendo dall’ascolto delle conversazioni telefoniche intercettate, sono stati generalizzati alcuni interlocutori che figuravano quali finti datori di lavoro; sul conto degli stessi sono stati svolti i necessari accertamenti di riscontro e contestualmente, allo scopo di verificare se effettivamente erano state poi presentate le relative domande presso gli uffici della Prefettura di Roma Sportello Unico per l’Immigrazione, competente per l’istruzione e gestione delle pratiche, sono stati svolti accertamenti presso detto ufficio ed è risultato che la quasi totalità dei nominativi degli interlocutori generalizzati aveva realmente presentato domanda e in seguito prodotto la documentazione a supporto.
La documentazione prodotta per ogni singola pratica individuata, acquisita in copia e attentamente analizzata, si è dimostrata falsa nella maggior parte dei casi. In particolare i documenti principalmente falsificati erano i CUD con i quali si attestava falsamente di percepire un reddito che in realtà era inesistente.
Il giro d’affari del sodalizio criminale era di circa 30.000 euro al mese; una cifra che poteva variare in funzione del numero di stranieri regolarizzati poiché ognuno di questi doveva corrispondere all’organizzazione la somma complessiva di Euro 3000,00 così ripartite: 1.000 euro subito; 1.000 all’atto della consegna all’interessato del nulla osta rilasciato dallo Sportello unico per l’Immigrazione della Prefettura; 1.000 ad avvenuta concessione del permesso da parte dell’Ufficio Stranieri della Questura.
Nelle fasi dell’operazione, conclusa questa mattina, a casa di Tittarelli Claudio, in zona Centocelle, nella camera della figlia, 21 anni, indagata nella stessa indagine, in stato di libertà, poiché fiancheggiatrice del padre, è stata rinvenuta una busta con all’interno una pistola Beretta 92FS matricola abrasa, numerose munizioni, diversi caricatori, due passamontagna, una scatola di guanti in lattice e una cassetta metallica con altre munizioni e un coltello con una lama di 20 cm. A seguito di ciò, la ragazza è stata arrestata per detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento.
Quadro normativo di riferimento:
la legge cosiddetta “emersione” n. 102/2009 (art.1-ter), ha determinato una vera e propria “sanatoria”, consentendo ai datori di lavoro che impiegavano clandestinamente lavoratori italiani, comunitari ed extracomunitari da almeno tre mesi, a partire dal 30.06.2009, di regolarizzare la loro posizione. Tale regolarizzazione prevedeva la presentazione, nel solo arco temporale compreso tra il 1° e il 30 settembre 2009, di una domanda in via informatizzata, indirizzata allo Sportello unico per l’immigrazione (attivo presso ogni Prefettura) e finalizzata a regolarizzare la posizione dei cittadini extracomunitari privi di titolo di soggiorno, impiegati presso le famiglie come lavoratori domestici di sostegno al bisogno familiare (“colf”) o come assistenti di persone affette da patologie o handicap (“badanti”).
l’art. 3 del Decreto legislativo n. 286/98 (TUS) integrato dalla legge n.25 del 26.02.2010, individua, tra l’altro, i criteri generali, da adottarsi mediante apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, per la definizione dei flussi di ingresso nel territorio dello Stato, “cosiddetti flussi migratori”, dei lavoratori extracomunitari. Il cosiddetto “Decreto flussi” è l’atto normativo con il quale il Governo stabilisce ogni anno quanti cittadini stranieri non comunitari possono entrare in Italia per motivi di lavoro. Esso prevede due passaggi: un documento triennale (detto Documento Programmatico) per pianificare i flussi migratori in ingresso in Italia nel corso di 3 anni; un decreto (decreto flussi) del Presidente del Consiglio dei Ministri per programmare annualmente, entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio italiano (per lavoro subordinato, autonomo e per i ricongiungimenti familiari). Il Decreto flussi 2010 ha stabilito in 98.080 unità il numero dei permessi di soggiorno riservati ai cittadini extracomunitari, prevedendo le relative modalità per l’inoltro della da parte dei datori di lavoro a partire dal 17 e sino al 31 gennaio 2011.
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