Roma, pronto soccorso sotto assedio: 40 aggressioni al giorno
Nei 22 ospedali della capitale dove sono presenti i presidi di polizia, ogni giorno arrivano in media 40 richieste di intervento
Nel 2023, gli agenti di polizia presenti negli ospedali romani hanno fronteggiato oltre mille interventi, con una media di quattro tentativi di aggressione sventati ogni giorno ai danni del personale sanitario. Questi dati evidenziano la crescente necessità di sicurezza all’interno dei principali nosocomi della capitale, come il Policlinico Umberto I e l’ospedale San Camillo, che si confermano tra i più critici in termini di gestione delle emergenze non solo a Roma, ma anche per il Centro-Sud Italia.
Al San Camillo, gli agenti del commissariato Monteverde hanno operato una media di ottanta interventi al mese. Anche all’ospedale Sandro Pertini di Pietralata, l’intervento della polizia è quasi esclusivamente rivolto a contenere le tensioni tra pazienti o parenti e il personale medico. In questo ospedale, i poliziotti intervengono in media almeno venticinque volte al mese per difendere medici e infermieri da episodi di violenza.
Nei 22 ospedali della capitale dove sono presenti i presidi di polizia, ogni giorno arrivano in media 40 richieste di intervento dal pronto soccorso. Rispetto al 2022, il 2023 ha visto calare episodi di violenza gravi, che sono stati praticamente azzerati grazie alla presenza costante delle forze dell’ordine. Attualmente, in 11 nosocomi della capitale, la polizia è operativa 24 ore su 24 e riesce a identificare e denunciare gli autori delle aggressioni.
Il piano di sicurezza del 2023
La svolta nella gestione della sicurezza ospedaliera si deve a un piano voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. La questura ha dato il via a un programma di riapertura dei presidi chiusi per mancanza di personale e di rafforzamento di quelli ancora attivi. Il ministro, già prefetto di Roma, ha riconosciuto la necessità di ripristinare standard più elevati di sicurezza nei pronto soccorso, divenuti ormai trincee per gli operatori sanitari e punti caldi per l’ordine pubblico.
Il protocollo “Safety security emergency”
Nell’agosto del 2023, Piantedosi, insieme al prefetto Lamberto Giannini e al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha inaugurato un nuovo posto di polizia al San Camillo, secondo il protocollo “Safety security emergency“, pensato per coordinare tutte le figure coinvolte nella gestione delle emergenze. Questo sistema prevede l’integrazione tra la sala operativa del 112, le guardie giurate, i medici e la direzione sanitaria, permettendo di monitorare la situazione in tempo reale attraverso le telecamere interne e intervenire tempestivamente.
Nei principali ospedali, come il San Camillo, l’Umberto I e il Gemelli, i poliziotti supportano il personale sanitario nelle pratiche di “de-escalation” delle tensioni, fornendo formazione e distribuendo tutorial per migliorare la gestione delle situazioni critiche.
Non solo aggressioni: i compiti della polizia negli ospedali
Oltre a prevenire e contenere le aggressioni, gli agenti presenti negli ospedali si occupano di ritrovare persone scomparse, arrestare ladri di corsia e gestire situazioni di pericolo. A Monteverde, ad esempio, è stato identificato e arrestato un ricercato dall’Interpol, considerato molto pericoloso.
Nonostante i successi, resta il problema della carenza di personale. Come sottolinea Fabio Conestà, segretario del Mosap (Movimento Sindacale Autonomo di Polizia) «Resta il nodo del personale, spesso a fronteggiare violenti e pazienti psichiatrici c’è un solo agente per turno e prima che arrivino le volanti o i carabinieri di supporto occorre tempo».