Tredicine e arresti. 18 misure cautelari sono state eseguite questa mattina 23 settembre, su delega della procura, dai militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal personale della Polizia Locale di Roma Capitale. Otto persone sono in carcere e dieci ai domiciliari.
Il contesto è l’indagine sul cosiddetto racket delle autorizzazioni per il commercio su strada con il coinvolgimento di pubblici ufficiali, imprenditori, sindacalisti e la famiglia Tredicine.
Un potere, quello di questa famiglia ambulante di origini abruzzesi, arrivata a Roma negli anni ’50, che per anni non ha conosciuto ostacoli. Un’organizzazione capace di aggiudicarsi le piazze più belle e monumentali di Roma, dove distribuire camioncini di panini, bibite e caldarroste.
Dalle più degradate periferie ai luoghi di pregio, la famiglia ha fatto il buono e il cattivo tempo con un business valutato 27 milioni di euro solo per i posti della bancarelle.
I reati di cui sono accusati, a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità. Rivelazione del segreto d’ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio. Secondo gli inquirenti si trattava di un sistema collaudato volto alla corruzione ed estorsione.
Gli investigatori, nel frattempo, hanno seguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 1 milione di euro, pari ai profitti illeciti conseguiti da alcuni indagati.
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