Roma, Raggi non pubblica la relazione di fine mandato e la Corte dei Conti minaccia di bloccare lo stipendio
La Corte dei Conti scrive alla Raggi: manca il documento sui cinque anni in Comune. Pronte sanzioni sulle retribuzioni
La Corte dei Conti scrive al Campidoglio per ricordare che è d’obbligo la redazione della relazione di fine mandato introdotta dall’art. 4 del D.Lgs 149/2011 al fine di riportare le principali attività normative e amministrative svolte durante il mandato del sindaco. Ebbene, pare che gli inquilini di Palazzo Senatorio si siano dimenticati di redigere la relazione in scadenza di mandato.
Il documento, secondo la norma, viene pubblicato all’interno della sezione “Amministrazione trasparente” del sito web istituzionale, “al fine di rendere effettivo il controllo dei cittadini in occasione delle prossime elezioni”, per avere un’idea più chiara (si spera) sui cinque anni di amministrazione grillina, per consentirlo soprattutto ai romani.
La relazione deve essere predisposta dal Segretario generale o dal Responsabile finanziario, e quindi sottoscritta dal sindaco entro il 60 giorno antecedente la scadenza di mandato.
Il Campidoglio si dimentica di pubblicare sul sito del Comune di Roma la relazione di fine mandato e la Corte dei Conti scrive alla sindaca Virginia Raggi: se non ci arriva il documento le blocchiamo una parte dello stipendio.
La relazione andava pubblicata e resa nota il 4 agosto, cioè sessanta giorni prima del voto previsto per il 3-4 ottobre. Ma così non è andata. E allora la Corte dei Conti ha ricordato al Campidoglio cosa accade se il Comune “furbescamente” dovesse fingere di non sapere. E intanto i magistrati contabili bacchettano l’amministrazione sulla mancata trasparenza.
“Sono previste misure sanzionatorie per inadempimento, prevedendosi, per il sindaco la riduzione della metà, con riferimento alle tre successive mensilità, rispettivamente, dell’importo dell’indennità di mandato e degli emolumenti.
Il sindaco è inoltre, tenuto a dare notizie della mancata pubblicazione, motivandone le ragioni nella pagina principale del sito dell’ente”, è scritto nella lettera. Ancora una tiratina di orecchie alla sindaca Virginia Raggi sul controllo democratico dei cittadini – da sempre un cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle – che così viene a mancare.