Roma. Rapinato negozio di telefonia a Largo Argentina: commessa minacciata con pistola
Nelle mattinata di ieri, 22 aprile, il negozio WindTre a Largo Argentina è stato rapinato da un malvivente incappucciato e armato
Rapina al centro della Capitale. Nella giornata di ieri, 22 aprile, nel negozio WindTre di Largo Argentina di via Florida 14 a Roma è avvenuta una rapina poco dopo l’orario di apertura.
Rapina negozio telefonia a Largo Argentina
Erano le ore 9.30 e le serrande del negozio di telefonia WindTre di Largo Argentina erano appena state aperte dalla giovane commessa 25enne. All’improvviso irrompe nel negozio un uomo incappucciato, coperto anche dalla mascherina, e armato di pistola. Subito minaccia la giovane ragazza puntandole l’arma da fuoco alla testa.
“Dammi tutti i tuoi soldi e andiamo nel retro nel bunker dove tenete tutti i cellulari“. Con un riconoscibile accento romano, queste sono state le parole con cui il malvivente ha esordito rivolgendosi alla donna. La commessa sotto shock consegna i soldi e asseconda le richieste del rapinatore. Una volta ottenuto il bottino, l’uomo esce dal negozio minacciando la ragazza di morte. “Io me ne vado, ma se non conti fino a mille, torno e ti uccido”.
Una minaccia che il malvivente non fa in vano. Infatti, la stessa ragazza nella sua testimonianza ha raccontato che il malvivente, dopo essere uscito dal negozio, è ritornato indietro proprio per accertarsi se la dipendente stesse contando davvero. Dopo di che l’ha minacciata nuovamente e poi è fuggito con un bottino di circa 25mila euro.
Solo allora la 25enne ha chiamato le forze dell’ordine che si sono recate tempestivamente sul posto. Attualmente sono ancora in corso le indagini per identificare l’uomo.
Una delle cose più sconvolgenti, come afferma la titolare del negozio Silvia Falcone, è che la rapina sia avvenuta alla luce del sole. “In questi anni abbiamo subito tantissimi furti notturni, ma una rapina così violenta ancora non ci era capitata. Sembra di essere tornati indietro di 40 anni, ai tempi degli anni di Piombo. Io non ero in negozio, ma abbiamo sentito al telefono la nostra dipendente ed era ancora sotto choc. Non è possibile che succedano cose del genere nel cuore di Roma“.