Roma-Real Sociedad: maturità e pedigree europeo
L’andata degli ottavi di Europa League sorridono a una Roma solida e cinica. Risultato positivo ma non definitivo: a San Sebastián con la massima concentrazione
Roma-Real Sociedad ha certificato la continuità dei giallorossi dopo la vittoria contro la Juventus. Sempre davanti a un Olimpico caldissimo, sempre con un buon atteggiamento, stavolta con qualcosa in più in fase offensiva. Tuttavia la qualificazione non è archiviata: bisognerà rimanere concentrati per non creare il pretesto della battaglia fino all’ultimo, in un ambiente che può infiammarsi facilmente.
Solidità e gestione
Come detto, il doppio vantaggio che i giallorossi porteranno nei Paesi Baschi è frutto di una generale gestione del match ottimale. La freccia inserita dopo il quarto d’ora iniziale, fase centrale della partita volta al contenimento e alla gestione, finale con sortite offensive per allargare il risultato. Al cospetto della quarta forza della Liga spagnola, la Roma ha dimostrato di non essere inferiore. La solidità mostrata nei 90 minuti ha concesso pochissimo ai biancoblu, il cui unico vero pericolo è stato l’inserimento di Merino, oltre al palo esterno colpito da Kubo nel primo tempo. Rui Patricio alla voce “parate” recita “zero”. Ed è l’ottava rete inviolata su 9 partite giocate in casa nel 2023.
Miglioramenti offensivi
A questo si aggiunge ciò che è avvenuto nei due gol: ripartenza, cinismo e palle inattive. Bella soprattutto la costruzione del primo gol, con tante cose belle: il recupero basso e lancio lungo di Karsdorp, la corsa palla al piede e il filtrante con il contagiri di Dybala, il movimento e il cross di Abraham, l’inserimento e la coordinazione di El Shaarawy. A chiudere i conti è tornata la proverbiale palla inattiva: cross perfetto di Dybala e terzo tempo vincente sul secondo palo di Kumbulla, dimenticato dalla difesa basca.
Kumbulla, El Shaarawy e Belotti
Al netto dei discorsi collettivi, menzione speciale per i goleador odierni e per Belotti, autore dell’occasione più pericolosa oltre le realizzazioni. Marash Kumbulla ed Stephan El Shaarawy hanno timbrato il cartellino nonostante non siano titolarissimi, e anche questo dimostra un gruppo coeso che sta crescendo. Buon per Mourinho che può contare in rotazioni più affidabili, così come in attacco: Belotti porta quantità in mezzo al campo e in profondità permettendo ad Abraham di riposare qualche minuto. Una gestione più oculata rispetto all’anno scorso.