Roma ricorda, sulle spiagge di Ostia, la Strage di Vergarolla
La Strage di Vergarolla è la prima e in termini numerici probabilmente la più grave, in tempo di pace, della storia della Repubblica italiana
“Oggi è un nostro dovere ricordare. E bisogna farlo non solo per la dignità delle vittime, ma anche per costruire un futuro migliore, impossibile senza la piena consapevolezza del nostro passato. E, per ricordare questo evento, sulle spiagge di Ostia, il prossimo anno, saranno organizzate da ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, delle gare nazionale nautiche intitolate proprio a Vergarolla. Significativo che l’evento possa essere sul mare della Capitale dove, peraltro, è molto forte la presenza delle comunità Giuliano-Dalmate”, così ha spiegato Roberto Cipolletti, Presidente del Comitato Regionale del Lazio di ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane.
La Strage di Vergarolla
Il riferimento è alla Strage di Vergarolla, la prima e in termini numerici probabilmente la più grave, in tempo di pace, della storia della Repubblica italiana. Nel corso della ‘Coppa Scarioni’, appuntamento di gare nautiche e natatorie, in un’esplosione sulla spiaggia di Pola, morirono 100 persone, 65 identificate, un terzo bambini. Era il 1946.
La guerra è finita da pochissimo e l’Istria è occupata dalle truppe del maresciallo Tito. Il “lungo esodo” è già iniziato. Ma non da Pola che, ancora, è amministrata dalle truppe britanniche.
A Vergarolla, una famosa spiaggia di Pola gremita di partecipanti, si svolgono delle gare di nuoto organizzate dall’associazione “Nautica Pietas Julia” nata nel 1886.
Nel 1946, pur nei dolori del dopoguerra, si svolge una giornata di sport dopo tanti anni; molti dei giovani non sono tornati dal Fronte e i bombardamenti hanno arrecato gravi danni anche agli impianti sportivi. A ciò si aggiunge il clima di incertezza sul futuro politico dei territori occupati d’Istria e Dalmazia. In una atmosfera greve, si cerca di reagire organizzando una manifestazione sportiva dinnanzi la sezione velica di Vergarolla a cui partecipa numerosa la cittadinanza che cerca un po’ di distrazione dopo tanta angoscia.
Improvvisamente l’esplosione di ordigni bellici sulla spiaggia, da tempo disattivati, provoca una strage. Un centinaio di morti e decine di feriti gettano nel lutto e nello sconforto una comunità già tanto provata. Pochi mesi dopo, il 21 gennaio 1947, la Pietas Julia ammainerà il glorioso guidone e seguirà nella via dell’esilio la quasi totalità dei conterranei.
Cipolletti, perché un evento a Ostia
“Il mare di Roma. Il mare della Capitale d’Italia. Significativa questa location che vuole unire, nel ricordo, tutta l’Italia. Un ricordo finora debole perché, come molte altre vicende dei Giuliano-Dalmati, i fatti sono spesso caduti sotto silenzio. Altra ragione è relativa al fatto che Roma ospita una delle più grandi comunità di esuli in Italia”.
Lei ha ideato e organizzato anche la Corsa del Ricordo
“Che si corre ogni febbraio sulle strade del Quartiere Giuliano-Dalmata a Roma, sulla Laurentina. Crediamo nello Sport come mezzo per trasmettere la cultura storica. Sport è anche aggregazione”.
Cosa le rimane più dentro rispetto a questo impegno verso le popolazioni del confine Nord-orientale?
“Sin dall’inizio mi ha colpito la dignità e la forza di ricostruire di questa gente. Che, nonostante tanto silenzio e torti subiti, ha mantenuto vive, oltre alle proprie radici, un fortissimo senso di italianità. Da queste persone c’è solo da imparare”.
Altra iniziativa, un’interrogazione parlamentare
“Per dare giustizia ad oltre 100 caduti e 200 feriti, fra tutti i quali oltre un terzo di minori, occorre fare definitiva luce sull’accadimento e sulle responsabilità di quel tragico agosto del 1946”: il sen. di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro e Presidente di ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, facendo suo un sentimento delle Comunità Giuliano-Dalmate, annuncia che, alla ripresa della attività d’Aula, eserciterà le prerogative del mandato ispettivo per sollecitare il Governo, a 75 anni dalla strage, anche al fine di istituire una commissione d’inchiesta e promuovere una definitiva raccolta di evidenze, documentazioni e testimonianze capaci di far emergere, finalmente, la verità.