A cinquant’anni dalla morte dei fratelli Mattei, Stefano e Virgilio, avvenuta il 16 aprile 1973, Roma e l’Italia ricordano le vittime del rogo di Primavalle.
Questa mattina in via Bernardo da Bibbiena 33 sono state deposte quattro corone di fiori decorate con i nastri del Governo italiano, del presidente della Camera, del presidente del Senato e, in un’unica corona, di Roma Capitale, della Regione Lazio e della Città Metropolitana.
A deporle, il presidente della Regione, Francesco Rocca, l’assessore alla Cultura capitolino, Miguel Gotor, e, accanto, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, e il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Con loro, anche la sorella di Stefano e Virgilio, Antonella Mattei. Presenti anche Gianni Alemanno, Isabella Rauti, e il presidente del XIV Municipio, Marco Della Porta.
“Non mi posso pacificare con persone che non hanno chiesto mai scusa. A nove anni mi hanno distrutto la vita, come si fa a dimenticare? La giustizia italiana è stata quella che è stata. Li hanno tutelati. Li hanno aiutati. Li hanno mantenuti. Franca Rame col suo ‘Soccorso rosso’, Dario Fo, Moravia ha brindato nella casa al mare. Secondo voi io come mi devo sentire? Volete sapere la verità?
Non mi posso pacificare con chi non ha mai chiesto scusa. Perché io devo essere in primis quella che va a chiedere una pacificazione? Assolutamente no. Parlo a nome personale. Avevo nove anni, ma perché mi hanno dovuto massacrare così? Abbiamo vissuto malissimo”. Sono le parole di Antonella Mattei, sorella di Stefano e Virgilio, i fratelli morti nel rogo di Primavalle, avvenuto il 16 aprile 1973.
Antonella Mattei, che ha raccontato di non essere più tornata a Primavalle per quarant’anni, ha parlato di quell’evento in occasione del 50esimo anniversario celebrato con la deposizione di quattro corone da parte del governo e degli enti locali capitolini e regionali. “Mio padre- ha ricordato- ha fatto scendere mia sorella Lucia dalla finestra. Poi ha provato a fare scendere Silvia che è caduta ed è stata un anno ingessata. Mia madre mi ha salvata.
Da sotto ho visto mio padre con le gambe piene di fuoco. Non si può dimenticare. Virgilio, che era più grande, ha abbracciato Stefano perché ha visto che non riusciva a camminare e non ce l’ha fatta. Ha preferito morire, piuttosto che lasciare mio fratello più piccolo lì. Questa immagine deve essere tramandata, la giustizia italiana non è stata giusta con noi, non ci hanno mai chiesto scusa.
In questi cinquant’anni abbiamo parlato solo di politica, che è lecito, ma non di cosa è successo a noi umanamente”. E ancora: “Entrare in una casa con bambini che dormivano con una tanica di benzina non poteva essere un atto dimostrativo, ci volevano uccidere tutti. Stefano non era in un corteo, stava a casa sua a dieci anni a dormire, così come Virgilio, quindi non possono essere paragonati ad altri.
Non sono vittime come le altre, come chi sta in una piazza ed è andato a fare una manifestazione. Abbiamo vissuto male- ha detto- ci hanno massacrato emotivamente. Mi sono sempre chiesta perché mio fratello sì e io no?”.
Infine, rivolgendosi al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, Antonella Mattei ha detto che “dobbiamo piantare alberi, intitolare piazze e strade, perché loro saranno morti quando non li ricorderemo più. La giustizia italiana non ci ha aiutato. È importate non avere più violenza, ma va detto che i miei fratelli non sono come gli altri. Primavalle, Stefano e Virgilio, sono oltre un’idea politica. È stata una barbarie”. (Dip/ Dire)
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