In Serie A nessuna partita è scontata, soprattutto per la Roma: nemmeno con la Salernitana fanalino di coda e molto vicina alla Serie B. I giallorossi infatti ribaltano la sfida dell’Olimpico nei minuti finali e rinforzano a fatica il quinto posto.
Davanti a 64mila spettatori, di cui oltre 3mila provenienti da Salerno, la Roma parte con l’idea di posizionarsi nella metà campo avversaria, ma dopo 10 minuti di sterile predominio territoriale, escono fuori i granata. Il vantaggio arriva a metà primo tempo da palla inattiva, per un fallo commesso da Kumbulla ai 23 metri, capitalizzata al meglio da Radovanovic con un missile terra-aria. Da lì l’incapacità della Roma di essere sul pezzo per 90 minuti, con un ritmo a tratti blando e idee spesso confuse in un match che si è incattivito – con tanto di record di ammonizioni.
Dopo aver rischiato il raddoppio, sventato dall’intervento prodigioso di Rui Patricio, la partita viene ribaltata in poco più di 200 secondi. La sensazione finale però è che per 80 minuti la Roma abbia avuto tratti di grande sterilità, soprattutto con il pallone tra i piedi. Non può non pesare la partita di giovedì, cosa confermata anche da Mou nel dopo-partita: un trasferta di mezzo e nemmeno 72 ore di riposo hanno influito, anche se nel finale non ha mollato la presa e ne è venuta a capo.
La mancanza di brillantezza (e di Pellegrini, squalificato) hanno costretto Mourinho a ricorrere alla panchina. Zaniolo, entrato dopo l’intervallo, ha subito portato imprevedibilità e pericolosità negli ultimi 20 metri. Carles Perez si è fatto trovare pronto sbloccando la partita con un sinistro da fuori chirurgico. La rivincita per un elemento poco utilizzato nell’ultimo periodo (solo sei minuti in campo tra marzo e aprile). Anche Veretout, entrato nell’ultimo quarto d’ora, è tornato determinante con il cross perfetto per il tap in sul secondo palo di Smalling.
Dati gli impegni ravvicinati e gli infortuni è fondamentale per Mou dare spazio a tutti e motivare ambiente e squadra: servirà una Roma più brillante per ribaltare giovedì la sconfitta di andata dei quarti di Conference League.
Con questo si collega anche l’ultimo punto dell’analisi di Roma-Salernitana. Avere una panchina pronta serve a sopperire ai cali dei titolari, alcuni dei quali necessiterebbero di riposo. In particolare Tammy Abraham e Bryan Cristante. L’inglese contro i granata ha fornito una prova incolore, soprattutto come riferimento là davanti e negli ultimi minuti camminava in campo. Comprensibile dato l’utilizzo che ne fa Mourinho: dall’assenza per squalifica datata 4 dicembre con l’Inter, l’inglese è sceso in campo sempre da titolare. Nelle 18 partite giocate nel 2022 dalla Roma, è stato sostituito solo sei volte e nei minuti finali. Serve riposo, anche se il calendario non lo concede: giovedì ritorno di Conference, lunedì di Pasquetta trasferta a Napoli. Caso simile per Bryan Cristante, moto perpetuo del centrocampo giallorosso in affanno nelle ultime uscite. Uscito al 75’ per Veretout il mediano a cui non rinuncerebbe mai Mou ha bisogno di rifiatare.
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