Si sono concluse con 5 arresti le indagini degli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Primavalle su una banda di giovani pusher dediti alla produzione e al traffico di droga. Le investigazioni sono scaturite dall’arresto, avvenuto qualche tempo prima, di un pusher nell’area dei cosiddetti “cancelletti” di Primavalle, una zona di edilizia popolare ad alto tasso di criminalità dove è estremamente difficile effettuare servizi di appostamento senza essere notati.
Certi però che lo spaccio in zona, nonostante l’arresto effettuato, continuasse senza sosta, gli investigatori hanno proseguito nelle indagini, approfittando delle prime ore del mattino, quando termina il lavoro delle “vedette”, per effettuare dei sopralluoghi alla ricerca delle abitazioni adibite a basi dello spaccio. Proprio nel corso di tali sopralluoghi, gli agenti hanno constatato che recentemente uno degli appartamenti era divenuto la dimora di alcuni giovani conosciuti quali pusher della zona.
Ritenendo che all’interno dell’abitazione potesse essere celato un grosso quantitativo di droga, la notte scorsa i poliziotti sono riusciti a giungere proprio davanti allo stabile senza essere intercettati, constatando che le luci erano accese nonostante l’ora tarda. Avvicinandosi alle finestre lasciate aperte, gli agenti hanno scorto un tavolo sul quale uno dei presenti aveva rovesciato il contenuto di una grossa busta, apparso subito consistere in cristalli di cocaina.
Gli agenti hanno provato ad irrompere all’interno, ma la porta blindata ha ritardato di qualche minuto l’ingresso dei poliziotti e fatto in modo che la maggior parte della droga fosse gettata nel water. Nonostante ciò, bloccati i presenti, gli investigatori hanno recuperato quasi 250 grammi di cocaina suddivisa in 650 dosi, oltre ad alcune bustine rinvenute nel pavimento del bagno vicino al water, che i pusher evidentemente non avevano fatto in tempo a smaltire.
Su un fornello, nell’angolo cottura del salone, è stata inoltre rinvenuta una pentola che presentava sul fondo ancora i residui del crack ed un cucchiaio di legno ancora intriso di stupefacente. Ciò a riprova che l’appartamento era adibito a vero e proprio laboratorio nel quale la droga veniva prodotta. Il crack, infatti, si ricava portando la cocaina ad elevate temperature in modo da far precipitare il principio attivo, che si cristallizza sul fondo, dando luogo alla formazione del pericoloso stupefacente.
Oltre a una cospicua somma di denaro, gli investigatori hanno rinvenuto la contabilità dello spaccio, che ha evidenziato un “giro” di oltre 100.000 euro. Al termine, pertanto, tutti e 5 i giovani, con età comprese tra i 19 e i 23 anni, sono stati tratti in arresto. Produzione e detenzione di sostanze stupefacenti al fine di spaccio il reato di cui dovranno rispondere.
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