Sequestro preventivo di beni per un milione di euro ai danni di Gianfranco Fini. Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia Finanza, Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), su mandato del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma. "Il provvedimento cautelare – si legge dal comunicato dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza, riportato dall'agenzia Adnkronos – segue altro sequestro preventivo già eseguito nei confronti di Giancarlo, Sergio ed Elisabetta Tulliani, in relazione a plurimi reati, tra cui episodi di riciclaggio e autoriciclaggio commessi in concorso da Gianfranco Fini".
In particolare, l'ex presidente della Camers è accusato di essere stato artefice spiega la guardia di finanza, è emerso come "Gianfranco Fini sia stato artefice dei rapporti che si sono instaurati tra Francesco Corallo e i membri della famiglia Tulliani. Corallo era legato alla famiglia Tulliani, che dal 2008 avrebbe ricevuto, per il tramite di società offshore a egli riconducibile, oltre sette milioni di euro, trasferiti su conti personali e su conti di società a loro direttamente o indirettamente riconducibili". Nello scorso febbraio il Gip aveva emesso un decreto di oltre 7 milioni riguardante beni mobili, immobili e conti correnti.
A dicembre 2016, invece, fu eseguita un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta, "in quanto facenti parte di un'associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, promossa e diretta da Francesco Corallo". La conclusione tratta dagli inquirenti è che i sodali dell'associazione avessero costituito un "circuito economico fraudolento".
I finanzieri spiegano inoltre che "è stata data anche esecuzione a un decreto di sequestro per equivalente di beni per un valore complessivo pari a 215 milioni di euro". Le indagini avrebbero fatto emergere "un circuito economico fraudolento posto in essere dai sodali i quali si adoperavano, attraverso la costituzione di numerose società offshore, a trasferire, dall'Italia verso numerosi Paesi europei ed extraeuropei, somme di denaro oggetto di peculato, e sottratte alla pretesa impositiva erariale".
"I proventi illeciti conseguiti dall'associazione capeggiata da Francesco Corallo – prosegue la nota della Guardia di Finanza – sono stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, e acquisizioni immobiliari, tra cui l'acquisto dell'appartamento ceduto da Alleanza Nazionale alle società offshore Printemps e Timara , riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani". Si tratta della famosa casa di Montecarlo, la cui vendita fu realizzata alle condizioni concordate con Francesco Corallo e i Tulliani" e decisa da Gianfranco Fini "nella piena consapevolezza di tali condizioni"
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