Dalle prime ore di stamane, agenti della Polizia di Stato appartenenti alla 5^ Sezione “Reati contro il Patrimonio” della Squadra Mobile, sta eseguendo un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 8 soggetti destinatari di ordinanze cautelare individuati quali autori di una serie di rapine aggravate, commesse anche con l’utilizzo di armi da fuoco, ai danni di noti Istituto di credito della Capitale, siti nel quartiere Balduina e a pochi passi dalla Città del Vaticano.
In una di esse, compiute durante le festività natalizie, i malviventi travisati da “Babbo Natale” si introducevano all’interno dei locali dell’istituto di credito nel quale, grazie alle “dritte” ricevute da una dipendente infedele riuscivano a perpetrare una rapina di centinaia di migliaia di euro con un ingente quantitativo d’oro custodito in una cassetta di sicurezza del “caveau”. E’ stato anche documentato un tentativo di rapina, effettuato mediante “un buco” nel muro, perpetrato dalla banda all’interno di uno stabile adiacente all’Istituto di credito posto a pochi passi dal cuore turistico di Roma, la Città del Vaticano.
L’attività criminosa, durata circa quattro mesi, è stata giornalmente monitorata da personale della Squadra Mobile nel corso di riservati e delicati servizi di pedinamento ed osservazione nei quali sono stati documentati i contatti del gruppo criminale, i sopralluoghi effettuati di giorno e di notte e i furtivi ingressi all’interno dello stabile effettuati dalla “Banda del buco”.
AGGIORNAMENTO:
Alle prime ore del mattino odierno la Squadra Mobile di Roma ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di otto indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di rapina aggravata con l’uso delle armi da fuoco, ricettazione, falsità materiale e furto aggravato.
I destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere e di un’ordinanza di sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari sono tutti noti pregiudicati appartenenti alla malavita romana con precedenti specifici per reati contro il patrimonio ed attivi nei quartieri Monteverde, Garbatella, Tiburtino, Casal Palocco ed Acilia. Nel dettaglio, gli odierni arrestati appartengono ad un gruppo criminale specializzato in rapine e furti in danno di caveau presso Istituti Bancari ed Uffici Postali, delitti consumati e/o tentati prevalentemente con la tecnica del “buco”, pertugio praticato da locali attigui all’obiettivo utile per penetrare all’interno dello stesso dove poi viene generalmente “portato a segno” il colpo.
L’attività investigativa nei confronti di Di Cesare e del suo gruppo, svolta dalla Squadra Mobile con la collaborazione del Commissariato di P.S. di Fano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, per via di alcuni sospetti circa una loro partecipazione ad una rapina nel 2013, documentava che gli indagati avevano portato avanti, con continuità ed in maniera scrupolosa, alcuni “progetti di lavoro” oltreché in pregiudizio di altrettanti istituti di credito dislocati a Roma e sul territorio nazionale. In particolare, dalle prime intercettazioni emergeva una partecipazione di Amodei, Di cesare, Giampaoli e Costantini, durante le festività natalizie, in data 28.12.2012, alla rapina dell’agenzia nr. 35 della Banca Popolare di Novara, sita a Roma in piazzale delle Medaglie d’Oro, in zona Balduina. Nella rapina, i malviventi travisati da “Babbo Natale” si introducevano all’interno dei locali, ove, grazie alle “dritte” ricevute da Gatta Roberta, dipendente infedele di quell’Istituto di credito, riuscivano a perpetrare una rapina che fruttava € 160.000,00 in contanti oltre ad un ingente quantitativo d’oro (circa 3,7 Kg d’oro) custodito in una cassetta di sicurezza del “caveau”, aperta proprio dalla Gatta, “apparentemente” impaurita dalle minacce.
Tra le molteplici azioni in fase di realizzazione gli stessi Di Cesare, Amodei, Angiolosanto, Giampaoli e Bonardi si sono resi responsabili di un tentativo di rapina in danno della Banca Carige ubicata a Roma in piazza Risorgimento, a due passi dalla Città del Vaticano. In quella circostanza, tuttavia, i malviventi non hanno potuto consumare la rapina poiché – una volta ultimato il foro di accesso alla banca praticato dal seminterrato dello stabile confinante – avevano trovato posizionata, in corrispondenza della parete dell’istituto, una cassaforte facilmente equivocabile per un complemento d’arredo della banca che, alla luce dell’ingente peso riscontrato, ha reso impossibile il suo spostamento e, di conseguenza, l’ingresso dei malviventi.
Vale la pena di sottolineare che, durante la pianificazione del colpo, tra i mesi di novembre 2013 e marzo 2014 la banda ha adottato numerosi stratagemmi per eludere le loro proprie responsabilità nell’evento delittuoso tra cui l’utilizzo – nei molteplici sopralluoghi anche di alcune ore ciascuno – di un’autovettura rubata sulla quale erano state applicate targhe clonate di analogo veicolo dello stesso modello, escamotage che ha permesso loro di viaggiare e stazionare indisturbati a pochi passi da un obiettivo sensibile come la Città del Vaticano. Il “buco” (largo cm 60×55 e lungo circa 90 cm) veniva poi scoperto la mattina del 10 marzo 2014 dai dipendenti della Banca Carige che verso le ore 8,20 di mattina contattavano il 113 per un intervento della Polizia di Stato. E’ stata, inoltre, documentata la partecipazione di Amodei Giulio, Giampaoli Ferdinando e Di Cesare Adalgiso alla consumazione di un incendio doloso che, in data 12.3.2014, ha completamente distrutto un ambulatorio veterinario sito a Roma in via del Pianeta Venere fatti per i quali i predetti erano stati già colpiti da provvedimenti restrittivi in carcere.
Infatti, uno dei responsabili materiali dell’incendio, Amodei Giulio, legato da un rapporto di amicizia con la titolare di un centro clinico veterinario, sito sempre in zona Eur, e con il suo compagno – direttore sanitario del predetto laboratorio – avrebbe ricevuto da quest’ultimi l’incarico di distruggere il concorrente ubicato in via Pianeta Venere, sospettato di essere a sua volta il “mandante” di un evento da loro “subito” circa un mese prima. Nel corso delle numerose perquisizioni locali effettuate a carico degli indagati sono stati rinvenuti alcuni passamontagna, chiavi grezze e un intero “campionario” di attrezzi atti allo scasso. Per quanto riguarda l’indagata, ritenuta essere la “basista” del gruppo criminale, si precisa che la stessa è stata rintracciata e tratta in arresto dal personale della Squadra Mobile presso la Filiale della Banca Popolare di Novara, sita in questa via di Torrevecchia, ove presta servizio.
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