Roma, spaccio di droga: sgominata banda al lotto 29 di Primavalle
Eseguite 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere: coinvolto anche il cosiddetto “Cipolla”, legato alla criminalità organizzata calabrese
Eseguite ieri mattina dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Primavalle, diretto dal dr. Pietro Tortora, 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di traffico illecito di sostanze stupefacenti. M.F.,M.D.,G.T. e A.F., queste le iniziali dei componenti l’organizzazione criminale smantellata dalla Polizia di Stato che operava da anni nello storico “Lotto 29”.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha preso vita nei giorni successivi all’arresto del capoclan, M.F. detto il “Cipolla”, attualmente detenuto in carcere. Il 18 giugno scorso, gli investigatori della la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato lo avevano arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Lo stesso si era rivelato essere persona di spicco nel mondo del narcotraffico, collegato alla criminalità organizzata calabrese operante nel limitrofo territorio di Montespaccato come risultato da attività info-investigativa nonché punto di riferimento Capitolino per l’acquisto di sostanza stupefacente del tipo cocaina per i tossicodipendenti ed i pusher di zona e non.
Quello che da subito agli investigatori hanno compreso è che quanto emerso costituiva solamente la punta dell’iceberg dell’organizzazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti ideata dallo stesso all’interno del Lotto 29 ed alla quale partecipavano attivamente altri soggetti, tra i quali tre dei figli dell’arrestato. Il teatro operativo all’interno del quale la gens si era arroccata per esercitare l’illecita attività era ed è tuttora costituito da un vero e proprio fortino, sorvegliato da sentinelle ed impianti di videosorveglianza elettronici che facevano capo all’appartamento in uso al M.C., ubicato alla scala CC del Lotto 29 di Primavalle.
In diverse occasioni gli interventi della Polizia, volti al contrasto del traffico di cocaina, erano stati sventati o resi vani proprio dai fischi e dalle urla di alcuni residenti che, a volte anche solo per ricevere in cambio una dose dell’ambita sostanza, vigilavano su eventuali ingerenze delle Forze dell’Ordine. Inoltre, proprio all’interno dell’appartamento in questione, i poliziotti in una occasione, avevano provveduto a smantellare un’importante sistema di telecamere e monitor gestiti dal “Cipolla” con medesime finalità.
A dar riscontro a quanto ipotizzato dagli investigatori, l’attività di spaccio di stupefacenti non ha subito arresti di sorta anche dopo l’arresto del capo clan, facendo riferimento, in seguito a tale evento, ai figli dello stesso. Da subito infatti gli investigatori avevano verificato che proprio M.F. aveva incominciato a prendere contatti con i supposti fornitori del padre; ciò sia in merito alle frequentazioni di persone dedite al narcotraffico che di soggetti fornitori di servizi, quali videosorveglianze e bonifiche GSM ambientali. Di fatto i tossicodipendenti provenienti da diverse zone della Capitale continuavano ad affluire numerosi al Lotto 29 per uscirvi dopo pochi minuti.
Venivano pertanto instaurati una serie di servizi di osservazione e controllo che, nonostante le descritte difficoltà causate dal contesto operativo, delineavano una struttura organizzativa che, per essere contrastata, necessitava del coordinamento della locale D.D.A. In simbiosi pertanto con l’Autorità Giudiziaria, nell’impossibilità di svolgere accertamenti di natura tecnica quali le intercettazioni telefoniche, in quanto i membri dell’organizzazione hanno dimostrato di non servirsi di apparecchi telefonici per svolgere l’illecita attività, è stata attuata una certosina indagine “tradizionale” consistita in una lunga serie di appostamenti e rapidi interventi ai margini del Lotto 29 che consentivano, negli anni, di recuperare la cocaina venduta ai tossicodipendenti nella piazza di spaccio e di ricevere informazioni e dichiarazioni molto precise ed articolate nei confronti dei citati fratelli e di alcuni giovani a loro sodali nell’espletamento dell’illecita attività.
In particolare sono state rilevate pesanti responsabilità associative diversificate nel tempo a carico di A.F., G.T., ma anche di altri soggetti nonché dei citati fratelli M.F. e M.D. Su di essi si è concentrata l’attività degli investigatori che hanno proseguito nella mirata attività info-investigativa nei loro confronti per ben tre anni che ha consentito di costruire il castello probatorio sulla cui base la D.D.A. ha articolato una richiesta di custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti che, per quattro di essi, è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari: M. F. e M.D., G.T. ed A.F., indagati per violazione della legge sugli stupefacenti, sono stati pertanto arrestati ed associati alla Casa Circondariale “Regina Coeli”.
Nel corso dell’operazione, svolta con il contributo necessario della Squadra Cinofili della Questura di Roma che ha fornito il puntuale e valido supporto ai poliziotti del Commissariato di Primavalle nelle perquisizioni delegate per l’esecuzione delle ordinanze, un acquirente è stato trovato in possesso di una dose di sostanza stupefacente tipo cocaina che aveva ricevuto in cambio di soldi, da tale D.A.V., sull’uscio dell’abitazione al momento occupata dallo stesso; durante la perquisizione quest’ultimo è stato trovato in possesso di cocaina pronta alla vendita, bilancino di precisione, soldi e materiale per il confezionamento e, pertanto, è stato arrestato in flagranza per spaccio di sostanze stupefacenti.