Roma, stangata centri estivi: costerà fino a 1.200 euro a bambino
Dopo Milano, Roma è la città italiana dove il costo dei centri estivi è più alto: la spesa media è di 148 euro a settimana per il tempo pieno
Quasi 1.200 euro per un bambino, circa 2.300 euro se si aggiunge anche un fratello o una sorella. Questa è la cifra media che una famiglia spenderà quest’estate per mandare i figli al centro estivo durante le lunghe 12 settimane di chiusura scolastica, con picchi fino a 800 euro al mese per un solo bambino.
Il problema non è nuovo: mentre gli studenti festeggiano la fine delle lezioni, i genitori cercano soluzioni su dove lasciare i figli durante l’orario di lavoro, in attesa delle ferie estive che solitamente durano solo un paio di settimane. Alcune famiglie possono contare sul supporto dei nonni, altre hanno già preso accordi con una babysitter. Per tutte le altre, la soluzione rimasta è il centro estivo, il cui costo però continua a crescere. Questo è quanto emerge dal secondo rapporto dell’istituto di ricerca economica e sociale Eures e dell’Associazione difesa orientamento consumatori (Adoc), che ha analizzato i prezzi dei campus in diverse città.
I costi aumentano e il servizio è indispensabile
Lo studio sottolinea l’importanza del servizio, «sempre più ampio e diversificato», che non solo offre attività ludiche o sportive, ma anche iniziative cognitive come musica, teatro e lingue straniere. Tuttavia, confrontando i dati con quelli dell’anno scorso, emerge un notevole aumento dei costi, un vero e proprio salasso per le famiglie, specialmente quelle con più figli.
Dopo Milano, Roma è la città italiana dove il costo dei centri estivi è più alto: la spesa media è di 148 euro a settimana per il tempo pieno e di 98 euro per l’orario ridotto. Proiettando il costo medio settimanale su 8 settimane, una famiglia romana spenderà circa 1.180 euro per un figlio e 2.278 euro per due figli.
«Naturalmente — si legge nel rapporto — il costo totale del centro estivo diminuisce in base al numero di settimane utilizzate: se la famiglia riesce a iscrivere i bambini per 5 settimane», il costo a Roma scenderebbe a 740 euro per il primo figlio. Tuttavia, questa è una cifra minima, sia perché poche famiglie possono permettersi un mese intero di ferie, sia perché si tratta di una media, con un aumento del 19,9% rispetto all’anno scorso.
Alcuni centri estivi sono davvero fuori portata
Alcuni esempi superano ampiamente i 148 euro settimanali: il campus di Eataly costa 220 euro (con uno sconto del 10% per almeno dieci giorni), la libreria Erickson 200 euro con riduzione per il secondo figlio, il Maxxi 175 euro, di cui 50 per il pasto, e il Club Lanciani 200 euro per l’orario lungo dalle 7:30 alle 17:30.
Insomma, un salasso, soprattutto per chi ha due o più figli. Secondo il rapporto Adoc-Eures, «l’aumento dei prezzi è ingiustificabile considerando che nel 2024 l’inflazione in Italia si attesterebbe a +0,6% per l’indice generale e a +1,6% per la componente di fondo, esclusi i prodotti energetici e alimentari».
Francesco Orsini, padre di un ragazzo di Ostia, ammette: «Mandare nostro figlio al centro estivo è un sacrificio, ma sia io che mia moglie lavoriamo e non abbiamo altra scelta». Per il campus di surf a cui è iscritto, pagano «130 euro per mezza giornata o 160 per l’orario prolungato», un costo che pesa sul bilancio familiare. «Il sistema scolastico andrebbe rivoluzionato: capisco che l’estate in Italia è torrida e che le scuole non hanno l’aria condizionata, ma tre mesi a casa sono troppi» e costringono i genitori a ricorrere a servizi a pagamento. «In altri Paesi — si legge nel rapporto — la chiusura estiva delle scuole dura periodi decisamente più brevi, 6-8 settimane consecutive in Germania, Francia o Regno Unito».