Roma, Teatro Brancaccino: Roberto Herlitzka in Ex Amleto
Torna in scena uno dei più grandi attori italiani viventi, Roberto Herlitzka, con uno dei suoi ”cavalli di battaglia”: Ex Amleto
Torna in scena uno dei più grandi attori italiani viventi, Roberto Herlitzka, con uno dei suoi ''cavalli di battaglia'': Ex Amleto, di William Shakespeare da Roberto Herlitzka, traduzione di Alessandro De Stefani, al Teatro Brancaccino dal 18-21 ottobre 2018, dal giovedì al sabato ore 20; domenica ore 18.45.
Non suono il flauto non mi specchio il viso
non leggo il testo non tiro di spada
non tocco il cranio non muoio neppure
non ho trent’anni e non faccio l’Amleto.
Ma lui si fa da solo, anche da me.
Quando Walter Pagliaro mi ha invitato nel suo Teatro della Villa in Roma a inaugurare un ciclo di liberi ”Incontri con Amleto” e io ci sono andato per poter dire d’aver detto in scena almeno una volta le battute di Amleto, mi sono illuso che esse bastassero ad evocare tutti i personaggi, l’intera vicenda e forse qualcos’altro ancora. E che quel qualcos’altro fosse il tempo, che, non essendo morto giovane neppure da Amleto in scena, ho avuto più di lui per ripensare il suo destino, e il mio; di ricordarli, soffrirli, meditarli, riderne, di recitarli insomma; come un attore che ha passato il tempo di dover fingere d’essere Amleto. Hanno voluto coltivarmi questa illusione, Ruggero Cappuccio addirittura si è offerto (un bel coraggio) di produrla come spettacolo insieme a quelli della sua Compagnia. Io ringrazio e continuerò a dire in scena le battute di Amleto senza più aver bisogno, come dice la sghemba tiritera, di fare nulla di ciò ch’egli ha fatto o, anche, non ha fatto.
Roberto Herlitzka
Lo splendido lavoro di scrittura scenica che Roberto Herlitzka ha svolto sull’Amleto di Shakespeare, si configura come un’esplorazione del più grande sentimento teatrale che le scene mondiali conoscano: la solitudine. Herlitzka – Amleto è solo davanti a se stesso come attore, mentre nello specchio rappresentativo in cui si riflette, la morte e il teatro adescano la disperazione di dire, dire ancora prima che tutto il resto sia silenzio. Amleto è solo, i suoi interlocutori restano invisibili fisicamente per materializzarsi nella voce e nel corpo di Herlitzka. Amleto padre, la regina, Re Claudio, il becchino, giocano un sabba infinito nell’interpretazione di un unico spirito, perché le anime di Amleto sono infinite, almeno quante sono le anime del capolavoro di Shakespeare
Ruggero Cappuccio