Roma, Tim Cup, la finale di Coppa Italia in mano agli ultrà
In un Olimpico gremito, in scena un italietta di serie B mentre nelle Marche si galleggiava sui canotti lungo le strade
Scontri, violenze varie e colpi di pistola hanno annunciato la finale di Coppa Italia del calcio italiano. In uno stadio pieno di tifosi e politici di ogni sorta ed estrazione, si è consumata l'ennesima serata all'italiana. Gli incidenti che avevano “preparato” la partita sono ormai una tradizione ma stavolta sarebbe successo anche altro: una sparatoria che avrebbe dato risultati drammatici, ancora al vaglio degli inquirenti, avrebbe segnato una serata nata male.
Nel frattempo, nelle Marche, si galleggiava sui canotti lungo le vie di Senigallia, sulla Spiaggia di Velluto, e si cominciava il conto dei danni.. delle vittime.
Dal canto suo, l'ennesimo presidente del Consiglio non eletto, sedeva in tribuna d'onore ed assisteva al teatrino che, almeno stavolta, andava in onda in uno stadio. Protagonisti del primo atto un ragazzotto con la cresta ed un paio di capi tifosi che avrebbero dettato le regole per continuare o terminare uno spettacolo che era già finito.
Rai News 24 non avrebbe perso nemmeno un attimo della “trattativa” in atto tra il giocatore e i capi tifosi dedicandogli decine di minuti di diretta. Come rinunciare ad uno spettacolo degno dei migliori campetti di periferia? Renzi, intanto, non si scomponeva auspicando l'inizio del match tanto atteso. Che se la vedano loro. Poco importava del resto. Assistere alla “trattativa tra Stato e tifo”, evidentemente, rientra nella normalità di un'italietta sempre più vicina alla Grecia.
Il vigile del fuoco ferito dal lancio di petardi? Chissenefrega. Basta che la partita cominci.
Quello dei petardi è il quarto segreto di Fatima. Come facciano a farli entrare negli stadi, dove ti tolgono anche i tappini delle bottigliette d'acqua “che potrebbero essere pericolosi” è un mistero al vaglio di scienziati e mistici di tutto il mondo.
Poi, quel benedetto fischio d'inizio è arrivato.
Complimenti a chi ha vinto e anche a chi ha perso. Perchè, praticamente, è stata la stessa cosa.