“Se Antoine-Laurent Lavoisier, chimico francese del ‘700, fosse vissuto a Roma nel 2022, avrebbe modificato il suo celeberrimo enunciato ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’ in ‘Poco si crea, molto si distrugge, tutto si trasforma in peggio’ ‘scrive in una nota la Presidente dell’U.Di.Con. Regionale Lazio, Martina Donini – negli ultimi anni, tra le poche opere degne di nota si annovera la linea C, che con i suoi treni senza conducente e il suo percorso assicurava di essere il fiore all’occhiello della mobilità capitolina.
Peccato che queste promesse si siano sciolte come neve al sole, se la gestione è lacunosa ad esser gentili. L’Atac, l’azienda per la mobilità di Roma che ci stupisce da anni con la sua efficienza e competenza, ha infatti toppato, dopo i treni della linea A, anche quelli di Pantano-San Giovanni, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
Per la metro C non c’è pace. Gli ascensori in revisione a Bolognetta, Borghesiana, Finocchio, Fontana Candida, Graniti. Torre Angela e Torrenova rendono l’accesso a queste stazioni impossibile per chi ha difficoltà motorie e le attese sono interminabili. Al ritmo di uno al mese, i convogli sono infatti fermati dall’Asfisa, l’Agenzia Sicurezza ferroviaria, che deve procedere alle revisioni non effettuate da Atac. La gara per garantirle è stata avviata dalla municipalizzata solo a inizio 2022. Ad ora, delle 13 vetture destinate alla linea, solo 6 sono effettivamente disponibili e le attese si attestano tra 17 e 20 minuti.
“Dopo aver perso il treno dell’Eurovision ancora prima di salirci, possiamo consolarci con i convogli della metro, quelli sì da ‘Brividi’, così come da brividi è la sistematica incapacità di mettere in pratica le promesse e creare infrastrutture di più ampio respiro che possano contribuire a quel rinnovamento di cui Roma ha tanto bisogno – continua Donini – ciò non sarà possibile fino a quando chi non ha fatto il suo dovere in Atac non sarà rimosso dalla posizione che occupa.
Ci chiediamo che cosa stia aspettando il sindaco Gualtieri a mettere sottosopra un’azienda che si è riconfermata essere indegna di un Paese civile, men che meno di una capitale europea. Questo scempio – prosegue Donini – va fermato e la mobilità a Roma va rivista da cima a fondo, ne va della serietà delle istituzioni e dei cittadini che proprio in quelle istituzioni dovrebbero porre fiducia. Vi prego – conclude Donini – salvate Roma”.
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