"Enrico Dindo è un violoncellista di qualità straordinarie, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”: questi elogi valgono il doppio, perché vengono dal leggendario violoncellista Mstislav Rostropovich.
Mercoledì 6 dicembre alle 18 Enrico Dindo sarà ospite insieme alla pianista Monica Cattarossi della stagione concertistica di Roma Sinfonietta presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" (Auditorium "Ennio Morricone", Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Dindo nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso "Rostropovich" di Parigi e da quel momento inizia ad esibirsi con le più prestigiose orchestre del mondo come BBC Philharmonic, Orchestre Nationale de France, Filarmonica della Scala, Filarmonica di San Pietroburgo, London Philharmonic Orchestra, NHK Symphony Orchestra di Tokyo e Chicago Symphony, al fianco dei più importanti direttori, tra cui Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Valery Gergiev, Yuri Temirkanov e lo stesso Mstislav Rostropovich. È anche direttore d'orchestra, fondatore e direttore stabile dell’Orchestra da camera “I Solisti di Pavia” e direttore musicale della Croatian Radiotelevision Symphony Orchestra di Zagabria.
La Fondazione Pro Canale gli ha concesso in uso un violoncello Pietro Giacomo Rogeri del 1717, appartenuto a Giovanni Benedetto Platti, uno dei più grandi violoncellisti di ogni tempo. È docente di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana e Accademico di Santa Cecilia. Incide per Decca e Chandos. Dindo suona in duo con la pianista Monica Cattarossi, che è invitata come solista da varie orchestre europee, suona regolarmente presso importanti associazioni concertistiche internazionali e prestigiosi festival e insegna al Mozarteum di Salisburgo.
Il concerto si avvia con le Sette Variazioni su "Il flauto magico", composte dal giovane Ludwig van Beethoven sul tema dell'ultima opera di Mozart, precisamente sul duetto "Bei Männern" tra Pamina e Papageno. Segue la monumentale Sonata n. 2 in fa maggiore op. 99 di Johannes Brahms, che ottiene una completa integrazione tra violoncello e pianoforte ed è la più importante sonata per questo duo strumentale dopo quelle scritte oltre mezzo secolo prima da Beethoven. La seconda parte del concerto è dedicata a due grandi compositori del Novecento.
La Sonata per violoncello e pianoforte di Claude Debussy fu scritta di getto nel 1915 ed ha la grazia e la felicità delle opere nate spontaneamente e dalla cui stesura è assente ogni apparente sforzo creativo. Infine la Sonata op. 119 di Sergei Prokofev, frutto della felice collaborazione fra un compositore giunto al culmine della fama e prossimo al termine della propria vita e un giovane, straordinario violoncellista in fulminea ascesa, Mstislav Rostropovich. Eseguita a Mosca nel 1950 da Rostropovich al violoncello e dall'autore stesso al pianoforte, entrò ben presto nel repertorio dei maggiori violoncellisti.
Ufficio stampa dell'Associazione Roma Sinfonietta:
Mauro Mariani
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