L’ondata di proteste dei cittadini di Roma per il divieto di accesso alla Fascia Verde esteso alle auto alimentate a gasolio Euro 4, dal mese di novembre 2023, non accenna a placarsi. L’assessore alla Mobilità e Trasporti di Roma Capitale, Eugenio Patanè, è intervenuto sull’argomento partecipando alla trasmissione radiofonica “Festa Privata”, in onda sull’emittente Elleradio, programma condotto da Antonio Romano e Marco Scordo.
Dopo i saluti formali tra i conduttori e l’Assessore ospite della trasmissione, si è aperta la conversazione, o meglio l’intervista a Patanè, incentrata sulla questione della nuova Ztl Fascia Verde.
Domanda: Beh, abbiamo voluto che Lei intervenisse perché ci arrivano davvero tanti messaggi, assessore, qui nella nostra radio, di ascoltatori e cittadini di Roma davvero preoccupatissimi perché non si aspettavano che fossero prese delle decisioni così drastiche per quanto riguarda la viabilità di Roma anche se, per quanto riguarda l’inquinamento, sappiamo bene che sono decisioni che prima o poi andranno comunque prese, anche per allinearci a quello che l’Europa ci chiede.
A Milano i provvedimenti sono attivi già da qualche tempo. So che lunedì c’è stato un un importante incontro, anche con le opposizioni, proprio per parlare di questi argomenti. La fascia verde sappiamo che è stata allargata particolarmente rispetto a quanto lo fosse prima. Ricordiamo che già c’era stata una proroga per le macchine Euro3 a gasolio, per esempio, che non avrebbero potuto più circolare più da novembre 2022 e, a causa anche del Covid, c’è stata una proroga fino a giugno 2023.
Insomma, molti cittadini ci chiedono se ci sarà uno slittamento dei divieti di accesso anche per le Euro 4 a gasolio, o davvero, a novembre 2023, non potranno circolare all’interno della fascia verde del Comune di Roma. Cosa avete deciso assessore Patanè?
Patanè: Guardi io vedo che c’è una grande confusione. Prima di tutto questo non è un provvedimento di viabilità o di mobilità. Non è che noi facciamo questa cosa perché una mattina ci siamo svegliati e abbiamo pensato che bisognava ridurre il traffico. Non è questo il tema.
C’è stato un lungo iter amministrativo che addirittura è partito nel 2012 e che ha comportato, per Roma, una serie di condanne da parte dell’Unione Europea per il sistema Paese, per la Regione Lazio e dunque per Roma, su due inquinanti in particolare che sono le polveri sottili, le PM10, e il biossido di azoto, cioè le No2, che sono due inquinanti molto nocivi per la salute delle persone, soprattutto per la salute di bambini e anziani.
Siamo stati condannati a pene molto rilevanti da un punto di vista economico finanziario. Basti pensare che la Regione Lazio è condannata a diversi milioni di euro da dover risarcire come sanzione all’Unione Europea. In base a questo è stato fatto dalla Regione Lazio un piano della qualità dell’aria che nelle sue norme ha obbligato il Comune di Roma a intraprendere un piano progressivo di eliminazione dei veicoli più inquinanti.
Quindi il provvedimento che il Comune di Roma ha preso è innanzitutto un provvedimento non di viabilità, ma di salute pubblica e l’ha preso in conformità alle norme tecniche di attuazione, appunto, del piano di qualità dell’aria regionale. Addirittura noi abbiamo, come dire, bypassato alcune norme che già ci obbligavano… per esempio lei citava le Euro 4 diesel…
Se lei legge l’articolo 24 le norme tecniche di attuazione del piano della qualità dell’aria regionale ci obbligavano a vietare l’ingresso in fascia verde degli Euro 4 diesel già a novembre 22.
Domanda: Però, poi, è stata anche allargata notevolmente la Fascia verde. Arriva quasi al raccordo in vari punti della città.
Patanè: Sì, però io le sto dicendo che le norme tecniche di attuazione del piano della qualità dell’aria già in fascia verde, quindi non nell’ anello ferroviario, ma già in fascia verde obbligavano a limitare proprio l’accesso e quindi noi non abbiamo allargato niente rispetto alla norma regionale.
Lei sta dicendo una cosa diversa nel senso che esisteva un divieto già da cinque anni a questa parte, già dal 2018, posto dalla Giunta Raggi che dentro l’anello ferroviario vietava l’ingresso fino agli Euro 2 benzina e fino agli euro 4 diesel. Questo divieto non è stato mai attuato da nessuno, tant’è vero che le auto sono continuate a circolare.
Domanda: Ma facciamo un po di chiarezza. In realtà i controlli non ci sono stati perchè non sono mai state installate le videocamere di sorveglianza che ora, invece, pare si stiano installando velocemente alle entrate della fascia verde e quindi anche se c’era questa ordinanza i cittadini erano abbastanza tranquilli perché non c’era una sorveglianza attiva delle videocamere.
Patanè: Sì, però anche quello era un divieto che non nasceva perché qualcuno si era svegliato la mattina ma perché avevamo quelle condanne lì. Il problema, le dicevo, è che quando il divieto era in anello ferroviario nessuno l’ha attuato e quindi i cittadini continuavano ad entrare.
Per questo la qualità dell’aria è andata peggiorando negli ultimi cinque anni fino all’ultima condanna che noi abbiamo avuto a maggio 2022 da parte della Corte di giustizia europea che ha detto: “Avete sforato anche sul biossido di azoto e adesso o vi mettete in regola oppure avrete delle ulteriori sanzioni per infrazione”.
Domanda: E’ chiaro che voi siete obbligati a farlo ed è un processo inarrestabile e che non è stata una sua decisione o della nuova Giunta, da una mattina all’altra, ma è un percorso avviatosi già vari anni fa e chiaramente adesso siamo quasi all’arrivo.
Ma vedendola dal punto di vista del cittadino, ci si chiede se non si dovrebbero migliorare i mezzi pubblici prima di tali provvedimenti. La sincera verità è che circolare con i mezzi pubblici è davvero un inferno in alcuni punti. Anche perché i mezzi pubblici non credo siano a norma e rispettino le direttive Euro 6. Ma a prescindere da questo.
Patanè: Guardi, rispondo a tutte e due le questioni che voi avete posto. Ripeto quello che ho detto prima perché forse non sono stato sufficientemente chiaro. Questo non è un problema, un provvedimento di mobilità, di trasporto. Questo è un provvedimento ambientale. Le faccio un’ iperbole. Ammettiamo, poniamo il caso che nella nostra città non ci siano né metropolitane, né bus, né taxi, né nessun tipo di trasporto pubblico.
Questo provvedimento sarebbe stato preso ugualmente. Nel senso che è un problema di salute pubblica e della qualità dell’aria che noi respiriamo e che porta una serie di problemi. Noi abbiamo avuto 80.000 morti all’anno per diversi tipi di malattie. O noi risolviamo questo tipo di problema, soprattutto nei grandi centri urbani o noi continueremo ad avere problemi anche da un punto di vista sanitario.
Il problema non è se il trasporto pubblico funziona o meno. Se non ci fosse e non esistesse questo provvedimento sarebbe stato preso ugualmente perché è un problema di salute pubblica. E, comunque, non bisogna dire, genericamente che il trasporto pubblico non funziona. L’ultima relazione dell’Agenzia della qualità dei servizi lo rimarca in maniera importante.
Noi all’interno della fascia verde abbiamo una quantità di trasporto e anche una qualità di trasporto molto elevato perché abbiamo metropolitane, abbiamo tram, abbiamo autobus, abbiamo taxi, abbiamo di tutto. Certamente sono assolutamente cosciente che abbiamo un problema nelle periferie, che noi dobbiamo aumentare in termini di quantità dei chilometri e anche di qualità dei chilometri anche come diceva prima il suo collega sostituendo gli attuali mezzi.
Ma noi dei 2000 mezzi attualmente in circolazione, diciamo che rientrano nelle attuali limitazioni solo 250. Ne arriveranno 118 entro maggio e quindi noi entro il 2023 massimo 2024 avremmo tutti i mezzi in regola. Non è un problema del trasporto pubblico, il problema è, lo lo ripeto, della salute delle persone e quando c’è di mezzo la salute delle persone non si scherza.
Domanda: Assessore Patanè, quindi, nella riunione di Lunedì su questi temi, cosa è venuto fuori? Perché si sperava che ci fosse almeno una proroga, andando sul concreto, perché poi il cittadino è vero che è molto preoccupato per quello che respira ma è anche preoccupato del fatto che non potrà farcela a comprare una nuova auto.
Ecco, parlando anche del concreto, anche delle tasche dei nostri cittadini, come si fa con le persone che non riescono a sostituire un’automobile e che hanno impostato la propria vita in maniera tale che con i mezzi pubblici sarebbe impossibile per loro circolare? Anche perché le macchine a noleggio e le varie possibilità che ci sono oltre ai mezzi pubblici hanno un costo ancora abbastanza elevato per un cittadino che non guadagna molto.
Patanè: Guardi, questo è il tema vero che noi abbiamo di fronte. Che a fronte, appunto, di una tutela della salute delle persone noi dobbiamo porci il grande tema sociale che di fronte a questi provvedimenti sulla transizione ecologica noi dobbiamo assolutamente affrontare. Per questa ragione, proprio esattamente per questa ragione che dice lei, cioè venire incontro alle persone che non se lo possono permettere oggi di cambiare un’autovettura, l’unica strada è quella amministrativa perché non ce ne sono delle altre.
Aprire un tavolo tecnico con la Regione Lazio proprio per le ragioni che le dicevo prima. Siccome questo provvedimento deriva da una norma regionale, questa norma regionale può essere derogata, ma può essere derogata a saldo zero, e solo a saldo zero.
Vuol dire che se noi abbiamo quei due inquinanti che oggi rendono la qualità dell’aria pessima e per i quali sforiamo sempre, costantemente, ogni anno, cioè se noi stiamo oltre i limiti consentiti di medio anno per esempio sul biossido di azoto che è l’ultima condanna che abbiamo avuto, noi dobbiamo ragionare con la Regione Lazio su un tavolo tecnico che ci dica dove poter recuperare.
Se noi facciamo una determinata deroga, una determinata proroga, dobbiamo capire come recuperiamo da qualche altra parte. Quindi le modifiche e le deroghe che possono essere fatte alla norma tecnica regionale devono essere compensate da altre limitazioni che noi facciamo. Quindi il problema è non politico.
Domanda: Insomma bisogna rientrare in quei canoni in qualche modo. Se si fa una proroga quali potrebbero essere, quindi, queste alternative compensatrici che riportino in equilibrio i più pericolosi agenti inquinanti?
Patanè: Lei deve tenere in considerazione che la condanna della Corte europea è su PM 10 e sul biossido di azoto. Il biossido, per esempio, è prevalentemente emesso e procurato dai diesel. Evidentemente se io faccio una proroga sulle limitazioni, e quindi faccio circolare ancora i diesel per un pò, evidentemente devo andare a prendere un’altra fonte che produce biossido di azoto e la devo limitare.
Cioè se io prorogo, quindi concedo il fatto che si possa continuare a inquinare con un determinato motore termico da un’altra parte devo limitare, per esempio, diciamo, le caldaie oppure alcuni impianti industriali ecc… Insomma da qualche altra parte devo andare a limitare. È ovvio che se io non raggiungo il saldo zero io sto in infrazione e ci sono delle responsabilità serie, le ripeto, da parte degli amministratori regionali e comunali che sono responsabilità penali, civili, amministrative e contabili.
Domanda: Per carità, io condivido quello che dice l’assessore solo mi chiedevo, ma non perché non sono a favore della tutela dell’ambiente, se non si stia condizionando la libertà individuale alla libera circolazione o perlomeno sottomettendo la libertà individuale rispetto a quella che è la tutela dell’ambiente e la salute pubblica dei cittadini che condivido per carità però il rischio è una continua .sottrazione delle libertà individuali in nome della salute pubblica, com’è stato per il covid.
Patanè: Ma purtroppo la libertà di ognuno di noi finisce dove inizia quella dell’altro e quindi oggi noi dobbiamo tenere insieme libertà individuale, libertà collettiva ma anche beni collettivi. Il bene primario è quello, diciamo, della salute. Anche se non la pensassi così, diciamo che io fossi d’accordo con lei, purtroppo ci sono norme, sentenze, regolamenti e piani di pianificazioni regionali che ci obbligano a fare questo tipo di ragionamento.
Domanda: Tutto chiaro assessore ma gli impianti a gas si possono montare, volendo, anche sulle vetture diesel attualmente con un costo un pò superiore, parecchio superiore, ma si può fare! Ecco, non sarebbe una possibile soluzione proprio per chi non ce la fa economicamente ad acquistare una vettura ecologica? L’impianto a gas mi sembra sia la scelta più green.
Patanè: No Guardi, ill tema del GPL è molto complesso sia dal punto di vista degli inquinanti che produce sia dal punto di vista amministrativo e giuridico. Nel senso che se lei mi parla di GPL mono fuel, ok, possono tranquillamente entrare nella fascia verde perchè hanno un un piccolissimo serbatoio per alimentare l’accensione ma poi vanno a GPL. Quindi il GPL mono fuel può entrare tranquillamente in fascia verde, la delibera lo prevede.
Per il resto noi abbiamo chiesto una interpretazione alla Motorizzazione civile per un motivo semplice: perché nel momento in cui si monta un impianto GPL su un auto che nasce con categoria diversa bisogna capire come la motorizzazione, il Ministero, interpretano quel libretto, perché effettivamente sul libretto viene cambiata la dicitura in macchina biofuel ma la categoria di partenza, purtroppo, non cambia. Quindi se era un euro 2 sul quale hanno messo il GPL, sul libretto sempre euro 2 resta.
Domanda: Ma è un problema formale però. Si potrebbe trovare un accordo con la motorizzazione per dare a queste macchine una diversa categoria dopo l’installazione dell’impianto a GPL.
Patanè: E infatti noi stiamo chiedendo, da questo punto di vista, una interpretazione autentica. Sia alla Motorizzazione sia alla Regione, sia all’ARPA. Perché, qualora l’impianto GPL, anche montato, non avesse incidenza sui due inquinanti che ho citato prima, che sono quelli per i quali noi veniamo condannati e che sforano quotidianamente, soprattutto sulla Tiburtina, la centrale Tiburtina esplode, diciamo che si potrebbe ragionare su questo.
Però è sempre un discorso scientifico mai politico! Non è un discorso di destra, di sinistra o centro. Però se la vogliamo vedere da un punto di vista politico, il piano della qualità dell’aria è stato approvato da un assessore che era Roberta Lombardi che era del Movimento cinque Stelle, i provvedimenti in Regione sono stati di una Giunta di centrosinistra e attualmente la Regione è governata dal centrodestra. Quindi…
Domanda: Quindi lei dice, chiunque vada su, insomma, la sostanza non cambia. Però il problema politico potrebbe subentrare se si parla di aiuti economici ai cittadini per sostituire le vetture più inquinanti. Non può pesare solo sul cittadino il problema ambientale.
Domanda: Il piano della qualità dell’aria regionale accompagna questo provvedimento con una serie di incentivi. L’incentivo alla sostituzione di mezzi commerciali piuttosto che l’aiuto alla rottamazione e a chi rottama noi diamo per due o tre anni, il tempo necessario a comprare un’altra autovettura, l’abbonamento metro e bus.
Ovviamente i soldi che abbiamo non sono e non saranno mai sufficienti a garantire degli incentivi a cambiare la macchina. Stiamo chiedendo con forza sia alla Regione sia agli enti subordinati di aiutare questa transizione ecologica consentendo ai cittadini che devono cambiare l’autovettura di poter avere un incentivo per per sostituirla.
Domanda: Mi sembra un pò pochino, sinceramente, come aiuto economico. Che poi riguarderà chi è residente a Roma ma c’è tanta gente, tra l’altro, che viene da fuori Roma, come me, per esempio, che non sono residente a Roma e comunque lavoro qui. Inoltre, credo che le periferie siano molto più colpite da questi provvedimenti. Per andare a fare la spesa in periferia spesso e volentieri la macchina è indispensabile, al centro no. Tra l’altro non vedo molte vetture euro2, 3 o 4 al centro.
Domanda: Guardi, la Regione negli ultimi due anni ha stanziato 20 milioni per la sostituzione dei veicoli commerciali, dei taxi e degli NCC con le moderne tecnologie di trazione, ed era per tutta la regione. Io penso che nel momento in cui la Regione dovesse accettare la nostra proposta di stanziare degli incentivi lo farebbe per tutta la Regione Lazio.
Il provvedimento è per tutti e quindi questo migliora sensibilmente la qualità dell’aria di tutti non soltanto del centro storico anzi le devo dire che da un punto di vista sociale quelli del centro storico sono più colpiti di quelli delle periferie perché mentre quelli del centro storico la devono proprio rottamare, nel senso che lì non possono più né sostare e né muoversi, chi sta in periferia, diciamo, può muoversi.
Inoltre le do questa notizia: la più grande percentuale di autovetture euro 2, Euro 3 diesel che abbiamo nei diversi quartieri ce l’abbiamo al centro della città dove abbiamo il 41% delle autovetture che rientrano negli attuali limiti che sono scattati a novembre 2022. Quindi non è un provvedimento iniquo ma colpisce tutti.
Domanda: Però, assessore Patanè, anche se colpisce tutti, è evidente che il povero ha meno strumenti economici per poter sopperire. In ogni caso, quali sono i prossimi passi, i prossimi incontri che farete per capire se è possibile una proroga ai divieti, almeno per le vetture diesel euro 4, e di quanto tempo, soprattutto?
Patanè: Il capo di gabinetto del sindaco ha inviato una lettera al suo omologo della Regione Lazio chiedendo di istituire un tavolo tecnico che peraltro, in via informale, è già stato stabilito dal presidente Rocca e dal sindaco Gualtieri, che si sono visti e che hanno concordato l’esigenza, appunto, di fare questo tavolo tecnico. Adesso ci sono le formalità per poterlo fare, perché noi siamo istituzioni, ragioniamo con gli atti e non con le interviste.
Quindi è partita la lettera e speriamo che già da domani ci si possa incontrare per tentare di capire quali sono i margini di manovra. Ovviamente la proposta delle deroghe sta al Comune di Roma quindi noi presenteremo alla Regione Lazio diverse ipotesi di modifica proprio per venire incontro alle esigenze sociali che si sono determinate.
È evidente che dall’altra parte noi dobbiamo avere un assenso su questa ipotesi di deroga e dobbiamo avere un accordo anche da parte degli organi scientifici che fanno questo tipo di lavoro. Cioè, al tavolo, io spero che possa sedere anche il direttore della direzione ambiente della Regione Lazio, che possa esserci l’ARPA e insieme tentare di capire, a fronte di alcune deroghe, cos’è che possiamo inasprire per compensare.
Presenteremo al tavolo alcune proposte e vediamo come questo saldo zero si ottiene e, soprattutto, quello che dicevate voi e che io ho ben presente e cioè che dobbiamo aiutare i cittadini che stanno più in difficoltà.
Termina così l’intervista all’Assessore alla Viabilità del Comune di Roma, Eugenio Patanè, andata in onda sull’emittente radiofonica “Elleradio” nel programma “Festa Privata”.
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