Rovigo, malata di cancro umiliata alla Ulss: infermiera nei guai

Il fatto, triste e increscioso, raccontato da La Voce di Rovigo, è stato segnalato al locale Ordine delle Professioni Infermieristiche

Una signora di 62 anni, malata di cancro, si è recata in questi giorni presso la Ulss di Rovigo per richiedere dei sacchetti per la propria stomia intestinale, ma… Oltre a ritornare a casa a mani vuote, ha ricevuto un’umiliazione ingiustificata, immeritata e vergognosa da parte di una infermiera: “Non ce ne sono. Se li compri, come fanno tutti gli altri. Oppure fondi un comitato…” le avrebbe detto la professionista sanitaria, lasciandola di stucco e facendola tornare a casa in lacrime.

Il fatto, triste e increscioso, raccontato da La Voce di Rovigo, è stato segnalato al locale Ordine delle Professioni Infermieristiche il cui presidente, Marco Conto, ha così tuonato: “Chiederemo all’Ulss di fornirci il nome dell’infermiera, in modo da poter aprire un fascicolo disciplinare a suo carico. Se queste parole fossero confermate sarebbe molto grave: vorrebbe dire che la collega avrebbe violato le regole deontologiche che impongono di instaurare un rapporto empatico con i pazienti. L’infermiera avrebbe dovuto, invece, attivarsi con chi di competenza per risolvere il problema della paziente, anziché dare una risposta di questo tenore. Da parte nostra non possiamo fare altro che esprimere la massima solidarietà alla paziente e dire che per il comportamento dell’infermiera non ci sono scuse. Andremo sicuramente a fondo alla faccenda”.

Eh no che non ci sono scuse. Perché un operatore assistenziale senza empatia e senza pietà, è come un giovane senza entusiasmo e senza idee. È come un vecchio senza esperienza e senza saggezza. Non importa quale sia, nel dettaglio, il suo ruolo. Se non si provano empatia e pietà… non si può pensare di poter aiutare qualcuno.

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