“Il terzo tempo”, presentato in concorso nella categoria Orizzonti, alla 70esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, racconta la storia del giovane Samuel (Lorenzo Richelmy), che, superato l’incubo del carcere minorile, trova l’amore e una nuova occasione di riscatto sociale, attraverso il rugby.
Interessante il connubio tra finzione e realtà, dove i giocatori del Frascati, insieme agli atleti delle Fiamme Oro e Valerio Lo Sasso della Lazio, a cui è stato affidato il ruolo di capitano, sono stati chiamati a dare credibilità alle scene di gioco, riuscendo perfettamente nell’intento.
Il film, diretto da Enrico Maria Artale e interpretato da Lorenzo Richelmy, Stefano Cassetti, Stefania Rocca, Margherita Laterza, Edoardo Pesce, Franco Ravera, Pier Giorgio Bellocchio, Germano Gentile, Valerio Lo Sasso, Gianluca Vicari, rappresenta la volontà primaria di fare del rugby elemento portante di una storia di marginalità. Lo sport serve da veicolo di crescita personale di un ragazzo che si trova a dover canalizzare la propria rabbia all’interno della codificazione di uno “sport di contatto” (non si parla del sogno di diventare un professionista), ma serve anche da metafora della vita e della voglia di tornare a sperare, in una pellicola dove lo sport fa da sfondo ad un racconto di formazione e di sentimenti.
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