Sabaudia, ex Somal: il sindaco da l’ultimatum

“Non voglio una seconda Prato”.Queste le parole di Lucci sul degrado igenico-sanitario del consorzio

A Sabaudia il Sindaco Maurizio Lucci dà l’ultimatum: “non voglio una seconda Prato”, riferendosi alla recente tragedia avvenuta in Toscana dove hanno perso la vita alcuni immigrati cinesi.
Dopo l’ultimo sopralluogo presso il Consorzio Ex-Somal, ora Bella Farnia Mare, avvenuto il 29 gennaio a causa delle condizioni abitative prive dei requisiti igenico-sanitari previsti dalla legge, continuano le condizioni di assoluto degrado, mancanza di sicurezza e rischio igienico-sanitario in quello che doveva essere un complesso turistico e che invece, ormai da anni, è abitato da immigrati.

Per questo il sindaco, Maurizio Lucci, dopo un recente sopralluogo della polizia locale, dei carabinieri e dei tecnici dell’Asl, ha emesso un’ordinanza: i proprietari avranno un mese di tempo per ripristinare condizioni di sicurezza e rispettare le norme sulla prevenzione e in materia sanitaria. Inoltre dovrà esserci per ciascun appartamento un numero congruo di residenti. D’altronde come stupirsi, è dalle immigrazioni degli anni ’80-’90 che gli immigrati al loro arrivo trovano situazioni d’emergenza: la maggior parte degli immigrati, dopo essere usciti dai vari centri d’accoglienza, centri d’accoglienza richiedenti asilo o centri d’identificazione ed espulsione, si rivolge al mercato degli affitti. Per loro gli affitti lievitano per il semplice fatto di appartenere a una nazionalità diversa da quella autoctona, i salari di molti stranieri sono bassi e così una buona percentuale d’immigrati finisce per condividere la casa e le spese con altri connazionali. Fin qui nulla di strano, situazioni che viviamo anche noi italiani. Il problema sorge con il sovraffollamento delle strutture abitative oltre il limite della legalità, sul quale l’affittuario specula enormemente, arrivando a soluzioni come quelle chiamate “affitti a testa” o “a cuscino”.

Il 29 gennaio scorso sono state visionate trenta abitazioni su un totale di quarantatre. In quasi tutte le abitazioni si è rilevata la presenza di condensazione permanente, muffe diffuse ed infiltrazioni d’acqua, sulle pareti e sui soffitti. Negli appartamenti erano presenti 4 – 5 occupanti al momento del sopralluogo. Tuttavia risulta ipotizzabile, avendo rilevato la presenza anche di 7 – 8 posti letto, che il numero reale degli occupanti degli appartamenti visionati sia maggiore.
Le parti esterne del fabbricato e le parti comuni, oggetto del sopralluogo, risultavano carenti di manutenzione.
Alla luce di quanto è stato rilevato, sia per ciò che riguarda il numero degli occupanti delle abitazioni, sia per le condizioni di salubrità degli ambienti, è stato appurato che non ci sono i requisiti previsti dal D. M. 5 luglio 1975, il quale contiene le norme igienico-sanitarie che devono possedere i locali destinati ad abitazione.

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