“E’ o non è il funerale più divertente al quale abbiate mai partecipato”? In questa frase è racchiuso tutto lo spirito e l’essenza di “Salutava Sempre“, il nuovo spettacolo di Alessandro Cattelan in scena ieri a Roma all’”Auditorium della Conciliazione“.
Due ore intense di spettacolo, senza soluzione di continuità, con ritmi alti e sostenuti che permettono all’eclettico showman piemontese di dare sfoggio di innumerevoli qualità artistiche. Canta, balla, intrattiene e si destreggia col piglio sagace e pungente di un’ironia che sfida i sacri vincoli del politically correct, che mette a nudo vizi e virtù dell’era contemporanea, troppo spesso imprigionata in una retorica da hasthag. Sempre più vittima sacrificale dell’esercito spietato della ormai intrinseca esigenza, (quasi mai richiesta), di dover, ma soprattutto di saper a tutti i costi esprimere un’opinione.
Per farlo, Cattelan invita lo spettatore al proprio inedito e metaforico funerale. L’idea è pensata bene, organizzata anche meglio. Non soltanto perché sfrutta uno dei meccanismi più riusciti da sempre della comicità, quello cioè di esorcizzare una delle paure più recondite di ciascuno di noi. Ma, facendo leva su uno dei trending topic della comicità, mettendo in scena una fittizia dipartita, si conquista il beneficio della sincerità, utilizzata per offrire una disincantata disamina del mondo circostante. Un pretesto, ben confezionato per riflettere sul fatto che forse, l’aldiqua, è tutt’ora lontano dal configurarsi come una dimensione comprensibile, e per certi versi, umana.
La firma è la solita, tipica di Cattelan. Parole serrate, aneddoti, curiosità tratte dal web e giochi interattivi con il pubblico. Un po’ late un po’ game show, un po’ Epcc , un po’ Ok il prezzo è giusto. Con una serie di manufatti tecnologici a corredo e soprattutto a supporto di un one man show sui generis, che si avvale in incipit, di uno special opening act, degli stand-up comedian Stefano Rapone, Salvo di Paola, Yoko Yamada.
“Salutava sempre” è tendenzialmente uno spettacolo comico sebbene, come spesso si sente dire in questo periodo, faccia ridere ma anche riflettere. Perché mette in luce un altro aspetto della contemporaneità: l’egoismo. Quel tratto, tipicamente umano, di empatizzare nei confronti di situazioni spiacevoli occorse o capitate ad altri. Ma che, nel giro di pochissimi istanti, si trasforma in una cruda e fredda analisi di quello che può comportare esclusivamente alla nostra persona. La fotografia sincera, seppur non rassegnata della condizione di liquidità socioculturale, spesso emotiva, che sempre più frequentemente caratterizza i giorni nostri.
Cattelan è vivace e istrionico, anche se, tuttavia, nei monologhi la sua forza a tratti si smarrisce, mettendo a nudo la necessità di ulteriori approfondimenti strutturali. Nel complesso però, lo spettacolo rapisce lo spettatore, che non dimentica di appassionarsi e restare a stretto contatto con un coinvolgimento leggero, mai banale. Parlando degli altri, ascoltando e guardando noi stessi.
Cattelan che nel maggio 2022 ha condotto l’Eurovision Song Contest Festival, ha dunque arricchito la personale esperienza attraverso questo tour teatrale che impreziosisce un anno davvero notevole, visto l’ottimo riscontro di Stasera c’è Cattelan, TV show andato in onda su Rai 2 fino a qualche settimana fa
Dopo le tappe a Milano, Torino e Roma, lo spettacolo prosegue con la data di Napoli il 7 dicembre, di Firenze l’8 dicembre, e di Padova il 10 dicembre, prima del gran finale, a Bologna, domenica prossima 11 dicembre.
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